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DAI CAMPI ITALIANI 250.000 NUOVI POSTI DI LAVORO IN 10 ANNI: 28.000 NUOVE IMPRESE AGRICOLE SONO NATE NEL 2010. I GIOVANI SI CONFERMANO SPINTA PROPULSIVA. LO DICE COLDIRETTI ... ECCO COME SI APRE UN’AZIENDA AGRICOLA

Dai campi italiani 250.000 nuovi posti di lavoro in 10 anni: sono oltre 28.000 le nuove imprese agricole nate nel 2010, con i giovani agricoltori che continuano ad essere la spinta propulsiva del fenomeno con 4 miliardi di euro di investimenti. Emerge da un’analisi resa nota da Coldiretti nell’assemblea partecipata da 2.000 imprenditori agricoli “under 30” di tutte le regioni italiane.
“Una tendenza che - sottolinea Giovani Impresa Coldiretti - è già in atto come dimostra il fatto che, in controtendenza, è tornata ad aumentare l’occupazione nelle campagne dove si registra, con un aumento del 2%, il più elevato tasso di crescita del 2010, durante il quale l’industria ha subito un crollo del 3% e, in generale, si è verificato un calo dell’1%. Gli occupati agricoli in Italia nel 2010 - precisa la Coldiretti - sono 891.000, dei quali 462.000 indipendenti (+0,6%) e 429.000 dipendenti”(+3,3%)”.
Secondo le analisi di Giovani Impresa Coldiretti dalle imprese agricole a crescere sarà la domanda di livelli più elevati di professionalità con particolare riguardo a figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, la conduzione di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola all’interno dell’azienda: dalla vendita diretta dei prodotti tipici alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
“Le difficoltà di reperimento di manodopera - sostiene la Coldiretti - si registrano infatti per figure professionali tradizionali che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi. Si tratta del risultato della profonda trasformazione che si è verificata nelle campagne negli ultimi anni. Il nostro appuntamento precede la ricorrenza dei 10 anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti che ha allargato i confini dell’attività agricola e ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali”.
Per Coldiretti “gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la pulizia delle strade dalla neve attraverso l’uso dei trattori o la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori. Per non parlare - ha precisato la Coldiretti - della produzione e vendita della birra ottenuta dalla coltivazione di orzo in azienda o del pane dal grano, ma anche dei prodotti cosmetici a base di vino, olio o latte di asina. E ancora delle fattorie didattiche convenzionate con le scuole e degli agriasili, ma anche dell’arrivo del primo “agriospizio” realizzato da una giovane imprenditrice. Sono stati infatti soprattutto i giovani a cogliere queste nuove opportunità come dimostrano le numerose innovazioni presentate nel corso dell’Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti: dall’hamburger di trota, alle olive ricoperte di cioccolata, dagli ortaggi macrobiotici al risotto sotto vuoto ai fiori fino alle focacce per gli ipertesi fatte con grano verna”.
“L’agricoltura offre oggi straordinarie opportunità per chi cerca occupazione nella pausa scolastica durante la quale si concentrano le grandi campagne di raccolta di frutta, verdura e della vendemmia, ma anche per chi vuole intraprendere mettendo alla prova la propria creatività - sostiene il presidente della Coldiretti Sergio Marini - le opportunità che si sono aperte con il sistema di pagamento dei voucher che l’agricoltura ha utilizzato più di tutti gli altri settori, ma soprattutto le enormi potenzialità che offre il progetto della Coldiretti per “Una filiera agricola tutta italiana” per valorizzare il bello e il buono del nostro Paese che punta sulla capacità di sviluppare la competitività delle imprese legandole ai valori distintivi del territorio. Un progetto che ha suscitato grande attrazione tra i giovani”.

Focus - Giovani agricoltori vera spinta propulsiva della ripresa dell’agricoltura
Ammonta a 4 miliardi il valore degli investimenti nelle aziende condotte dai giovani imprenditori agricoli italiani nel periodo di programmazione 2007-2013. Lo ha reso noto il delegato nazionale dei giovani della Coldiretti Vittorio Sangiorgio nell’assemblea partecipata da 2.000 imprenditori agricoli “under 30”. Dallo studio Swg/Coldiretti Giovani Impresa emerge che in agricoltura solo il 3% delle imprese agricole italiane è condotto da giovani con meno di 35 anni che, però, sono alla guida delle aziende più innovative, che offrono maggiore occupazione e garantiscono maggiori livelli reddito.
“In Italia - sottolinea la Coldiretti - operano 49.000 giovani imprenditori, un numero in assoluto tra i più alti in Europa, che nelle proprie aziende producono un reddito del 40% superiore a quello medio del settore. La crisi, secondo Swg/Coldiretti Giovani Impresa, non ha fermato la volontà di crescita delle giovani imprese agricole che, anche in questa congiuntura non favorevole, per il 78% ha realizzato investimenti per l’espansione dell’attività o il miglioramento della qualità dei prodotti. Le giovani imprese agricole si caratterizzano per un maggior grado di diversificazione produttiva (31% dei giovani a fronte di una media del 27%), una maggiore capacità di innovare il marketing mix con ben l’87,5% dei giovani che vende direttamente e il 22% che rifornisce i gruppi di acquisto solidali (Gas)”.
I giovani partecipano al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana gestendo ad esempio il 30% della più grande rete europea della vendita diretta di Campagna Amica. “A frenare gli entusiasmi dei tanti giovani che vorrebbero trovare occasioni di lavoro in campagna ci sono - sottolinea Coldiretti Giovani Impresa - i tanti ostacoli all’ingresso, dal costo dei terreni al credito, ma anche la volatilità dei prezzi che impedisce la programmazione perché un giovane, più degli altri, ha bisogno di prospettive di lungo periodo per la propria impresa e queste si possono offrire solo se sarà fatta giustizia dei furti che ha subito in questi anni l’agricoltura italiana. Si tratta - continua Giovani Impresa - da una parte del furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra del furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori”.
Per questo il progetto per una filiera agricola tutta italiana della Coldiretti guarda ai giovani. L’obiettivo è quello di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al 100% italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Grazie alla filiera agricola tutta italiana, e in particolar modo a CreditAgri Italia, il consorzio fidi nazionale promosso dalla Coldiretti, si è messo in piedi un sistema di credito per giovani che pensa in maniera reale ed efficace al ricambio generazionale, valorizzando le idee e non misurando la capacità patrimoniale, che per ragioni oggettive non può appartenere ai giovani.

Focus - L’identikit dei giovani imprenditori agricoli (under 35)
- 49.000 il numero dei giovani imprenditori agricoli
- il 78% ha realizzato investimenti per l’espansione dell’attività o il miglioramento della qualità dei prodotti;
- il 31% ha diversificato la produzione
- l’87,5% vende direttamente
- il 22% rifornisce i gruppi di acquisto solidali (Gas)
- partecipano al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana gestendo il 30% della più grande rete europea della vendita diretta di Campagna Amica
Fonte: elaborazioni Swg/Coldiretti Giovani Impresa

Focus - Oltre 28.000 nuove imprese agricole nate nel 2010
Sono 28.115 le nuove imprese agricole nate nel 2010 su un totale di 851.000 imprese operanti nei settori dell’agricoltura e della silvicoltura: emerge da un’analisi di Coldiretti Giovani Impresa.
“E’ prima di tutto prioritario - sottolinea Coldiretti Giovani Impresa - avere un “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi più tradizionali ma - continua la Coldiretti - considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. E ancora - precisa la Coldiretti - dalle agro-energie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde. Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa contribuisce a focalizzare l’idea e ad individuare le migliori soluzioni”.
“Dopo aver verificato la tenuta dell’idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete che ci sono sul mercato in termini - sottolinea la Coldiretti - di località, aziende e professionalità. Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagna dove l’attività di coltivazione e di allevamento è più difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale. Inoltre occorre verificare le alternative dell’acquisto, dell’affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Individuato il fabbisogno finanziario complessivo soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età occorre – sostiene la Coldiretti - verificare l’esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato”.
Le agevolazioni per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dalla Coldiretti. “Per l’acquisto della terra - continua Coldiretti Giovani Impresa - occorre verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia, promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito”.
“Spesso sono infatti i tempi lunghi delle istruttorie pubbliche a scoraggiare l’ingresso dei giovani - ha denunciato Vittorio Sangiorgio, Delegato nazionale Coldiretti Giovani Impresa - ci vogliono oltre due anni per concludere l’istruttoria della domanda per finanziamento pubblico di un giovane con il rischio che la sua idea diventi già vecchia”.
Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, nella competente Camera di Commercio e iscrizione e dichiarazione presso l’Inps. “Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché - ha concluso la Coldiretti - sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale”.

Focus - “Come aprire una azienda agricola in dieci mosse secondo Coldiretti
1 - Avere un “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto di sviluppo. Avere un’idea di impresa agricola significa individuare che tipo di “imprenditore agricolo” si vuole essere o diventare: imprenditore agricolo più “tradizionale” (produzione in un specifico comparto) o più “innovativo” e “diversificato” sfruttando, a 10 anni (18 maggio 2001/2011) dalla sua introduzione, le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura. Inoltre, avere un’idea di impresa significa valutare quali leve strategiche si intendono attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica.
2 - Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l’impresa agricola, una volta esplicitata l’idea.
3 - Confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze simili in Italia o in Europa per cogliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.
4 - Trasformare l’”idea” in un progetto di sviluppo imprenditoriale. Si tratta di determinare gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie per raggiungerli. Si tratta di farsi redigere da adeguati specialisti e professionisti un business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.
5 - Ricerca della fonte di finanziamento. Sulla base dell’idea progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale (insediamento giovani, investimenti, qualità, pacchetto giovani). Per l’acquisto di terra verificare la possibilità di un mutuo all’Ismea nei finanziamenti della piccola proprietà contadina.
6 - Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si tratta di fare la domanda per l’accesso al finanziamento unitamente alla presentazione del business plan. Necessaria l’assistenza di un Centro Caa e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. Oggi questo è il punto su cui si incaglia il meccanismo di avvio di un’impresa agricola. Infatti le procedure per accedere alle risorse dei Piani di Sviluppo Rurali (Psr) specificatamente dedicate ai giovani prevedono in media 275 giorni tra l’approvazione del programma e l’uscita del bando; 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e i decreto di concessione del contributo (istruttoria); tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.
7 - Presentazione del progetto per il finanziamento privato. Numerose banche offrono condizioni vantaggiose per i giovani anche grazie ad accordi con Creditagri Italia, il primo consorzio fidi nazionale, per la ricerca delle migliorie condizioni di accesso al credito e del prodotto finanziario più adatto. Particolare attenzione va riposta nella concessione della garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per “non giocarsi” il capitale fisico appena costituito o i “risparmi” di papà.
8 - Una formazione di base in campo agricolo è importante ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze ed avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.
9 - Per avviare un impresa agricola non sono molti gli adempimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Tre sono i passaggi fondamentali:
- apertura di una Partita Iva all’Agenzia delle Entrate.
- iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio, se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7.000 euro/anno
- iscrizione e dichiarazione all’Inps.
10 - La burocrazia è un peso non solo nell’avvio ma anche nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Il settore agricolo è ancora pieno di una pletora di adempimenti quotidiani (che si allungano ad elastico a seconda della branca di attività) che tolgono all’impresa agricola 2 giorni di lavoro a settimana da distrarre dall’attività di impresa vera e propria. 100 giorni l’anno.

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