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È MORTO IL PATRIARCA DELL’AGLIANICO DEL VULTURE: PINO PATERNOSTER. LA PATERNOSTER E’ TRA LE REALTÀ ENOLOGICHE PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA E IL VULTURE FRA I TERRITORI PIÙ INTERESSANTI DELL’INTERO SUD ITALIA

Si è spento, il 20 luglio scorso, alla venerabile età di novantadue anni Pino Paternoster, patriarca indiscusso e artefice della storia dell’Aglianico del Vulture.

Dopo gli studi di Viticoltura ed Enologia a Conegliano, alla fine della seconda guerra mondiale, Paternoster rientra a Barile per condividere con il papà Anselmo l’esperienza di viticoltore. Pian piano l’azienda inizia a prendere forma, e, insieme ad alcune conquiste assolute per l’enologia del sud, come il primo impianto di spumantizzazione, si affina e si irrobustisce la sperimentazione dell’Aglianico, declinato in questo particolare terroir che è il Vulture lucano.

L’azienda si afferma in campo nazionale, diventando l’emblema della Lucania enoica, e, nel 1985, arriva anche il vino “bandiera” il Don Anselmo, un vino di successo, il cui nome rimanda al fondatore dell’azienda, che ha portato Paternoster fra le realtà enologiche più importanti d’Italia e il Vulture fra i territori più interessanti dell’intero Sud Italia.


Focus - Paternoster, ecco il profilo aziendale di

Fondata nel 1925, l’azienda situata a Barile, è sempre stata guidata dalla famiglia di cui porta il nome. Gli ettari vitati sono 20 per una produzione complessiva di 150.000 bottiglie. I vini di Paternoster sono, da anni, uno dei punti di riferimento della Basilicata enologica, capaci di dimostrarsi sempre affidabili, godono di uno stile in grado di declinare l’Aglianico sia con interpretazioni innovative che con espressioni più classiche. Oggi l’azienda è guidata da Anselmo e Sergio Paternoster, entrambi enologi, il primo in laboratorio al controllo qualità sulle uve e sui vini e Sergio a ricoprire il ruolo di winemaker. La Paternoster si avvale anche della consulenza del winemaker Fabio Mecca.

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