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BAROLO E BARBARESCO VERSO LA MAPPATURA CON LA CARTA DELLA VOCAZIONALITA’, CHE DIRA’, IN MANIERA SCIENTIFICA, QUALI SONO LE ZONE POTENZIALMENTE IDONEE ALLA PRODUZIONE DEI DUE GRANDI VINI PIEMONTESI

Italia
Il territorio del Barolo

Non solo una mappatura delle aree viticole esistenti, ma anche, utilizzando parametri oggettivi come l’altimetria, la morfologia, la tessitura, l’esposizione e giacitura dei terreni, la possibilità di dire, in maniera scientifica, quali sono le zone potenzialmente idonee alla produzione dei due grandi rossi piemontesi. Ecco la carta della vocazionalità del Barolo e del Barbaresco, primo esempio del genere in Europa, presentata ad Alba, dall’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, insieme ai Comuni ed ai produttori dei territori del Barolo e del Barbaresco.
Nata dalla necessità di dover gestire e programmare le risorse del territorio presenti nell’area delle Docg Barolo e Barbaresco, costituisce, per l’assessore Sacchetto, un’occasione di rilancio e promozione per i Comuni dell’area di produzione: “il legame tra luogo di produzione e prodotto - spiega l’assessore Sacchetto - è sicuramente, in un mercato che tende alla globalizzazione e alla massificazione del prodotto, sinonimo di eccellenza e di difesa delle ricchezze produttive e conoscitive; la capacità di mantenere il patrimonio della propria terra è uno degli elementi che consentono alle produzioni di qualità di vincere la sfida che arriva da altri mercati”.
Uno strumento che, in futuro, potrebbe rivelarsi molto utile per rivedere o aggiornare le potenzialità stesse del territorio, anche in previsione di una eventuale liberalizzazione dei diritti d’impianto, indicando le zone in cui impiantare nuovi vigneti sarebbe solo una scelta avventata. Sempre in ottica futura, poi, non è detto che il progetto si fermi qui: una volta dimostrata la funzionalità della carta, la Regione potrebbe pensare di riproporla in altri territori del Piemonte.
C’è poi un altro aspetto, che riguarda da vicino i consumatori: una carta del genere, in fondo, non rappresenta il preludio all’identificazione di veri e propri cru? O sarà ancora il mercato a decidere autonomamente le gerarchie nel mondo del Barolo e del Barbaresco? E i Consorzi? Per ora stanno a guardare, ma, comunque, in futuro potrebbero anche essere interessati al progetto ...

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