02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

NEI CONTROLLI SUI VINI DOC E DOGC PUBBLICO E PRIVATO PARI SONO: ANCHE CAMERE DI COMMERCIO E AZIENDE PUBBLICHE DEVONO ESSERE ACCREDITATE. LO HA DECISO L’UNIONE EUROPEA. IL 5 SETTEMBRE TERMINE PER REGOLARIZZARE LE COSE, POI SCATTA L’INFRAZIONE

Se le Camere di Commercio e tutte gli enti e aziende pubbliche o parapubbliche vogliono continuare a fare i controlli suo vini Doc e Docg devo accreditarsi presso Accredia, l’unico ente italiano che oggi può rilasciare questo “lascia passare”, come fanno le aziende private, e soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa internazionale EN 45011. Lo ha stabilito l’Unione Europea, rispondendo al ricorso di ValoreItalia, il principale (ma non l’unico) ente terzo che, come previsto dall’Ocm vino in vigore, si occupa dei controlli sulle denominazioni vinicole italiane (controllato al 51% da Federdoc, la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, e al 49% dell’ente di certificazione Csqa, ndr), che già in passato aveva sollevato la questione, peraltro sotto la lente dell’Antitrust dal 2009 (vedi articolo di WineNews).
“Il quesito era se le Camere di Commercio come enti pubblici dovessero essere accreditati come quelli privati, visto che secono il Ministero delle Politiche Agricole non ce ne era bisogno - spiega Giuseppe Liberatore, vice presidente di Federdoc - mentre si sosteneva che pubblico e privato dovessero essere messe sullo stesso piano, dover sostenere gli stessi costi di accreditamento sia per dare le stesse garanzie che per non creare situazioni di concorrenza sleale. E l’Unione Europea ci ha dato ragione”.
In una lettera ufficiale della Commissione Europea inviata a Palazzo Chigi e al Ministero delle Politiche Agricole, si legge che c’è tempo fino al 5 settembre per adeguarsi al regolamento europeo, pena la procedura di infrazione. Il tempo stringe.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli