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L’ITALIA TIENE LA LEADERSHIP NEL MERCATO DI VINI DI IMPORTAZIONE IN USA: +23% IN QUANTITÀ E +22,6% IN VALORE NEI PRIMI 5 MESI 2011. LO DICE L’ITALIAN WINE & FOOD ISTITUE. ANCORA MEGLIO GLI SPUMANTI: VOLUME SU DEL 44,8%, VALORE IN CRESCITA DEL 45,5%

In tempi di “montagne russe” finanziarie ed economiche, qualche punto fermo non può che far bene. Come il primato del vino italiano negli Stati Uniti, rafforzato nei primi 5 mesi del 2011, che per l’enologia del Belpaese si è chiuso con un +23% in quantità (a 1,07 milioni di ettolitri) e del 22,6% in valore (a 518,6 milioni di dollari). A dirlo i dati dell’Italian Wine & Food Istitute, guidato da Lucio Caputo.

Un primato che non solo si conferma, con l’Italia che ormai rappresenta il 31,3% del mercato di vino importato in quantità e il 35,3% in valore, ma che vede i “competitor” stranieri sempre più distanti: l’Australia, secondo Paese esportatore in Usa, ha perso il 21,5% in quantità (684.690 ettolitri) e il 17,3% in valore (189 milioni di dollari). Un segnale positivo i produttori del Belpaese, anche perché le importazioni di vino italiano nel suo complesso crescono molto di più, in percentuale, del totale Usa, su del 2,9% in quantità e dell’11,2%. Il salto maggiore, in quantità, l’ha fatto la Spagna, +71% (238.660), e bene va anche la Francia, che se vede i volumi crescere solo del 4,1%, si rallegra con la rivalutazione delle proprie etichette, su del 16,5%.

Ma quando la situazione richiede un brindisi “frizzante”, l’Italia va ancora meglio: quasi 1 bottiglia su 2 arriva dal Belpaese, che detiene il 42,2% del mercato di bollicine straniere, e ha visto le proprie spedizioni crescere del 44,8% in quantità e del 45,5% in valore, segno che i nostri diversi spumanti sono sempre più desiderati e valutati.

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