02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

GLI AMERICANI AMANO SEMPRE DI PIÙ IL PROSECCO, E LE AUTORITÀ USA INTENSIFICANO LA TUTELA DELLE CELEBRI BOLLICINE “MADE IN ITALY”: GRAZIE AD UNA MODIFICA DELL’ACCORDO SUL COMMERCIO DEL VINO USA-UE, IL NOME “PROSECCO” TUTELATO NEGLI STATES

Italia
Prosecco più tutelato in Usa

Da oggi sarà più dura per gli americani (per fortuna dei produttori italiani) trovare sugli scaffali bottiglie di quel Prosecco che amano sempre di più, e che non sia realmente “made in Italy”: con l’entrata in vigore della “Notifica di modifica degli allegati dell’accordo tra la Comunità Europea e gli Stati Uniti d’America sul commercio del vino”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 24 novembre, la Denominazione di origine Prosecco trova una più forte tutela sul mercato a stelle e strisce. Sulla base dell’Accordo tra la Comunità Europea e gli Stati Uniti d’America sul commercio del vino, infatti, le autorità americane competenti saranno tenute ad adottare provvedimenti per garantire che “i vini che rechino impropriamente il nome Prosecco non siano immessi sul mercato o siano ritirati dal mercato finché non siano etichettati in conformità agli accordi Ue-Usa”. In sintesi, nell’elenco dei vini tutelati è stato inserito anche il nome “Prosecco”, dopo che, dal 2009 il nome del vino non è più legato al solo nome del vitigno, ma alla frazione di Prosecco (nel comune di Trieste), quando è nata la Doc interregionale che comprende anche i territori del Friuli Venezia Giulia.
“Si tratta di un risultato che va oltre ad ogni nostra più rosea aspettativa - commenta entusiasta Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio di tutela - si tratta del risultato di un lavoro intenso che durava da mesi e che abbiamo dovuto gestire con accortezza. Alla fine, lo posso dire con orgoglio, ce l’abbiamo fatta! Un risultato che va ascritto a un sistema che dall’ambito locale ha visto impegnati tutti i soggetti istituzionali, dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, al Ministero delle Politiche Agricole, fino agli organismi comunitari. Penso che sia uno di quei momenti in cui posso sostenere con forza il ruolo e l’importanza della Comunità Europea e della Commissione nello specifico”. L’importanza del provvedimento va oltre alla sola denominazione del Prosecco Doc, avendo consentito anche alle Docg Asolo e Conegliano Valdobbiadene di indicare il termine “Prosecco” nella loro denominazione, cosa che nella precedente stesura dell’accordo gli era stata preclusa. Un risultato per niente scontato: “basti pensare che lo Champagne - spiega Brunetta - pur inserito nella lista, non gode, ingiustamente a nostro avviso, delle stesse tutele del Prosecco”. Ora i produttori potranno affrontare il mercato americano con un altro spirito, sapendo che gli sforzi che compiranno nella promozione delle loro produzioni non andranno a vantaggio di altri imprenditori. “Il mercato americano - ha continuato Brunetta - rappresenta uno degli sbocchi più importanti sullo scenario internazionale che non mancherà di assicurare soddisfazioni alle nostre case spumantistiche. Un buon viatico per il premio che nel mese di gennaio andremo a ritirare a New York come regione vinicola dell’anno”.
Una notizia che acquista ancor più valore anche i vista del Natale alle porte, momento clou per il consumo di bollicine anche in un mercato come gli Usa in cui, ricorda la Coldiretti, nel 2011, fino ad oggi, è cresciuto del 31% il volume delle bottiglie di spumanti italiani esportate, Prosecco in testa.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli