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TASSA DI SCOPO SU ALCOL E VINO PER FINANZIARE LA SANITÀ, IL MINISTERO DELLA SALUTE INTERROGATO DA WINENEWS, PRIMA RISPONDE: “SOLO UN’IPOTESI”. POI IL MINISTRO BALDUZZI: “PRIVA DI FONDAMENTO”. MA LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA NON ABBASSANO LA GUARDIA

Italia
Il vino italiano dice no alla tassa di scopo per la sanità

Una tassa di scopo su alcolici e vino (e sul junk food) per finanziare l’edilizia sanitaria: ecco una delle proposte del Ministro della Salute Renato Balduzzi, contenuta nella bozza del “Patto per la Salute” presentata alle Regioni. Il Ministero della Salute, interrogato da WineNews, si è affrettato a prima a precisare che, per ora “si tratta di ipotesi contenute in una bozza insieme ad altre decine di ipotesi”, con il Ministro stesso che poi ha aggiunto: “l’ipotesi di introdurre una tassazione del vino è priva di fondamento”. Ma le organizzazioni di categoria si dicono più che preoccupate e nettamente contrarie, e non abbassano la guardia.
“È un’ipotesi che ci lascia sconcertati - spiega a WineNews il presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia - è inconcepibile che si voglia colpire un settore come quello del wine & beverage, immaginando, così, di risolvere problemi ben complessi come quello delle spese sanitarie. E è preoccupante anche l’ipotesi della tassa di scopo, visto che è uno strumento sconosciuto nel nostro sistema fiscale, anche per le conseguenze dell’estensione e delle applicazioni che si potrebbero avere. Ma ancor di piu’, sorprende che l’Italia possa cambiare tanto rapidamente atteggiamento, senza valutarne le consegenze, visto che ha sempre strenuamente difeso a Bruxelles l’accisa zero sul vino, opponendosi ad altri governi dei paesi Ue che volevano considerare le accise come uno strumento di intervento sui consumi. Non ne abbiamo bisogno sul mercato interno, che peraltro vede il consumo già in strutturalen diminuzione, e anche le nostre esportazioni ne potrebbero risentire molto negativamente”.
Sulla stessa linea Lucio Mastroberardino, alla guida dell’Unione Italiana Vini: “la nostra posizione è di netta e chiara contrarietà a questa proposta che, anche se è solo un’ipotesi, dimostra che c’è un chiaro e costante attacco al nostro settore da parte di politiche proibizionistiche, che non hanno mai avuto, per altro, effetti positivi dove applicate. È una cosa con cui il mondo del vino deve imparare a convivere: c’è una fenomeno di contrasto all’alcol, che è sbagliato, perchè sono gli abusi a dover essere contrastati. E non si può parlare di alcol e vino allo stesso modo. Anche perchè il vino, nel nostro Paese, non è solo principi e valori immateriali come storia, gioia e piacere, ma è anche economia reale, con 14 milioni di fatturato complessivo, di cui 4 all’export, prima voce che contribuisce al saldo attivo della bilancia agroalimentare italiana, 25.000 cantine, 1,2 milioni di occupati, 380.000 imprese in viticoltura. Ma tutta la filiera e le associazioni di cantegoria, insieme, devono diventare proattiva in questo perchè, altrimenti, se ne compromette il futuro: se si lascia fare prima o poi l’attacco sarà così duro che non sarà possibile contrastarlo. E poi il nostro settore ha risolto i suoi problemi di inefficienza affrontandoli anche con sacrifici, e se la sanità italiana ha inefficienze e sprechi deve affrontare questi problemi in maniera diretta, non scaricando su altri i costi del proprio non saper far tornare i conti”.

Focus - Fedagri: bene la smentita del Ministro sulla tassa sul vino

“In un momento di grave crisi per il nostro Paese la tassa sul vino avrebbe comportato ulteriori pesanti aggravi per un settore economico come quello agricolo già penalizzato dalla recente manovra salva Italia”. Così il presidente di Fedagri-Confcoopeative Maurizio Gardini a nome della cooperazione agroalimentare italiana, sulla smentita del Ministro della Salute Renato Balduzzi, sull’ipotesi di introdurre una tassa sull’alcol.

“La ventilata tassazione - prosegue Gardini - si sarebbe andata ad aggiungere all’aumento dell’IVA sul vino già stabilita per il 2012, incidendo in misura drastica sui consumi delle famiglie e producendo una ulteriore contrazione della domanda di vino. Le organizzazioni della cooperazione italiana Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital auspicano pertanto che “nel nuovo Patto per la salute che sarà discusso di concerto con le Regioni non vengano inserite misure che comportino ulteriori difficoltà per il comparto agroalimentare”.

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