Quando anche le cantine sono un patrimonio storico-culturale: se pensare che una rete di aziende vitivinicole, importanti per quello che rappresentano per il proprio territorio, possa diventare Patrimonio Unesco è “un percorso possibile quanto ambizioso”, secondo Lucio Alberto Savoia, segretario generale della Commissione Italiana Unesco intervistato da WineNews, è vero anche che di esempi in Italia non mancano e conservarli e tutelarli vuol dire custodire quei luoghi dove nasce una tradizione secolare e culturale per il Belpaese come è il vino. Come a Cividale del Friuli, l’antica capitale longobarda, vero e proprio “gioiello” della storia dell’arte italiana in Friuli Venezia Giulia, uno dei territori più famosi dell’Italia del vino - che della vite e del vino reca importanti e prestigiose testimonianze scultoree negli stucchi del famoso Tempietto Longobardo - dove, grazie al progetto europeo transfrontaliero “Heritaste. Le vie dei saperi e dei sapori”, sono state censite 14 cantine storiche di aziende vitivinicole e di case private.
Sono 14 le cantine di interesse storico individuate a Cividale del Friuli dopo l’avvio del monitoraggio previsto dal progetto europeo transfrontaliero “Heritaste. Le vie dei saperi e dei sapori”. Tra queste, la maggior parte sono antiche cantine di aziende vitivinicole, ma sono state censite anche diverse cantine di case private. E il censimento, curato dallo studio di architettura “Daris-Piuzzi”, può essere ancora integrato con dati su altre realtà ad oggi eventualmente non ancora contattate. La seconda parte del progetto è legata invece alla rilevazione delle testimonianze dell’arte e della letteratura che riportino sempre il tema, o l’iconografia (quindi l’immagine), della vite o dell’ulivo. In questo caso l’iter ha preso avvio da uno dei luoghi d’arte d’eccezione della città, il Tempietto Longobardo, noto per i suoi splenditi stucchi riproducenti grappoli di vino in un intreccio di vite. Il progetto prosegue ora col censimento di monumenti e di molti documenti archivistici. Anche questa ricerca sta dando risultanti di grande interesse. A occuparsene sono le associazioni “Intra Meoenia” e “Aqa” di Udine.
“Grande è l’interesse dell’amministrazione comunale per questo progetto europeo - sottolinea il sindaco, Stefano Balloch - la rilevazione peculiare di questi beni, del tutto inedita, è molto preziosa: ampia sarà la ricaduta dell’iniziativa sul nostro territorio, tenuto conto delle eccellenze che vanta il cividalese”. In particolare, il progetto europeo “Heritaste. Le vie dei saperi e dei sapori” coinvolge i Comuni di Spilimbergo, Cividale del Friuli, Pozzuolo del Friuli, le Province di Udine e Gorizia, l’istituto tecnico agrario “Paolino di Aquileia” di Cividale, l’Università di Nova Gorica, la Camera per l’agricoltura e le foreste della Slovenia e l’Unpli di Venezia e Padova. L’obiettivo è di valorizzare e promuovere la cultura della vite e dell’ulivo nell’area transfrontaliera sviluppando azioni mirate alla valorizzazione delle peculiarità turistiche, agricole, storiche, culturali e commerciali con la promozione di percorsi tematici, con “l’idea è di collegare armoniosamente le peculiarità e la qualità dei prodotti tipici locali - spiega Balloch - inserendoli nel ricco contesto storico-culturale che offre la splendida area del cividalese”.
Info: www.cividale.net, www.tempiettolongobardo.it
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