Se nel Vecchio Mondo enologico, rappresentato dalla Comunità europea, si cerca di ridurre la capacità produttiva con provvedimenti di varia natura, dalla cosiddetta “vendemmia verde” alla riduzione generalizzata delle rese, fino al quasi unanime rifiuto della liberalizzazione degli impianti di vigneti, ad Oriente, la tendenza è decisamente contraria e la Cina si appresta, praticamente da sola, a diventare il vero e proprio Nuovo Mondo enologico, prendendo il posto di Paesi quali l’Australia o il Sud Africa, anch’essi, attualmente, a intenti a ridurre la propria produzione.
I Ministeri cinesi dell’Industria e dell’Agricoltura hanno, infatti, congiuntamente elaborato un piano quinquennale per l’industria del vino del Paese della Grande Muraglia, per accelerarne l’adeguamento strutturale, garantire qualità e sicurezza e sostenere un sano sviluppo del settore del vino del Paese della grande Muraglia.
Il piano si concentrerà su sei obbiettivi principali: impianto e gestione di vigneti, ricerca di adeguate zone di produzione nella Cina nord-occidentale, classificazione e organizzazione delle aree di produzione, accelerazione di fusioni e acquisizioni tra realtà produttive, sviluppo delle società quotate in borsa, e investimenti in scienza e tecnologia. L’obiettivo finale è quello di aumentare la produzione di vino in Cina per 22 milioni di ettolitri (per intenderci la metà della produzione di vino italiana) entro il 2015, raddoppiando quella del 2010.
Attualmente, la Cina è il quinto consumatore di vino mondiale dopo Stati Uniti, Italia, Francia e Germania, secondo il rapporto 2012 dell’International Wine and Spirit Research. Nel 2011, il consumo di vino in Cina è aumentato del 33,4% per 156 milioni casse da 9 litri. Il mercato del vino cinese è riuscito a mantenere una crescita costante nel corso del primo trimestre del 2012, con un fatturato di 9,875 miliardi di Yuan, in crescita del 9,92% rispetto allo stesso periodo del 2011. E i profitti sono saliti del 6,35% sullo stesso periodo del 2011. La crescita del mercato cinese ha attirato produttori soprattutto dall’Europa e dalle Americhe, con oltre 3.000 marche di vini stranieri attualmente disponibili sugli scaffali cinesi.
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