02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

3 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI DAL BANDO OCM VINO, 65 AZIENDE TRA LANGHE-ROERO-MONFERRATO, PRODUZIONE 2011 A +65,92% SUL 2009, FATTURATO A +31,56% SULLO STESSO PERIODO. ECCO IL BILANCIO IN POSITIVO DEL PRIMO TRIENNIO DI “MADE IN PIEDMONT”

Oltre 3 milioni di euro di contributi dal bando Ocm Vino a fronte di una spesa totale di 5.916.238,26 euro, quasi 500 missioni commerciali all’estero organizzate e 278 incoming dall’estero sul territorio, 65 aziende associate tra Langhe, Roero e Monferrato che offrono 500 posti di lavoro, una produzione che dal 2009 al 2011 è passata da 4.771.461 a 7.916.894 bottiglie con un incremento del 65,92% e un fatturato che nel 2011 ha toccato i 55.303.135, 81 di euro per un incremento di 13.267.238,79 di euro (pari a un +31,56%), con una percentuale di export del 57,80%. Ecco tutti i numeri dell’associazione “Made in Piedmont”, nata nel 2010 con l’obiettivo di promuovere nel mondo la qualità dei vini piemontesi e del territorio dal quale questi hanno origine (info: www.madeinpiedmont.eu).

Negli anni, spiega l’associazione, il gruppo è cresciuto, fino ad arrivare oggi a contare 65 aziende produttrici, una realtà che, tra Doc e Docg, copre quasi tutto il Piemonte. Il bilancio di questo primo triennio di attività (2010-2012) è decisamente positivo: complessivamente, tra i contributi attivati dal bando Ocm Vino per la promozione sui mercati dei Paesi terzi e dal bando Misura 133 Psr della Regione Piemonte per le attività di informazione e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare, nei tre anni si è raggiunto l’ammontare di 3.144.176,88 euro di contributi a fronte di una spesa totale di 5.916.238,26 euro, che sono serviti per organizzare quasi 500 missioni commerciali all’estero, oltre che a partecipare a 114 Fiere internazionali e a realizzare 278 incoming dall’estero in Italia. Numeri importanti, continua l’associazione, anche per la produzione complessiva di vini Doc e Docg: in tre anni si è passati da 4.771.461 bottiglie prodotte nel 2009 a 7.916.894 bottiglie nel 2011, con un incremento del 65,92%, ancor più significativo, se si disaggregano i dati, parlando di Docg, la cui produzione è più che raddoppiata. Un segnale preciso della direzione scelta, che è quella della qualità. Un ultimo concetto, continua l’associazione, riguarda il territorio, che ha beneficiato della promozione effettuata all’estero con un significativo aumento dell’enoturismo. A sviluppare la promozione del territorio stesso, attraverso azioni focalizzate, come il nuovo progetto per l’attivazione di 6 webcam sul territorio, sempre allo scopo di fare promozione e creare attenzione sfruttando le più moderne tecnologie.

“Tutti questi dati - afferma il presidente di “Made in Piedmont”, Gianni Gagliardo, riconfermato alla guida del cda - testimoniano l’utilità di queste misure. All’epoca della costituzione dell’associazione non si conosceva con certezza quali fossero le reali probabilità di successo e i possibili risultati: concluso il primo ciclo triennale dell’erogazione dei fondi a sostegno della promozione dei vini presso i mercati Cee ed extra Cee, è ora possibile stilare un primo bilancio, estremamente positivo, relativo a questo importante strumento cui le aziende hanno accesso. Abbiamo dimostrato che questa è la strada giusta per fare promozione, unendo gli sforzi di pubblico e privato. Doveroso, quindi, è il ringraziamento alla Regione Piemonte, assieme alla quale contiamo di riuscire a dare continuità e sviluppo a questa formula di successo”.

Il presidente Gagliardo fa anche il punto sulla situazione occupazionale: nelle aziende associate sono ben 500 i posti di lavoro offerti. “Il 18% dei nostri lavoratori è occupato in ufficio, il 23% in cantina e il 59% nei vigneti e analizzando la nazionalità dei nostri lavoratori, una riflessione merita il fatto che il 75% degli occupati in agricoltura sono stranieri, senza contare i lavoratori stagionali che prestano servizio attraverso le cooperative, quasi tutti stranieri. La percentuale di stranieri scende al 40% per gli occupati in cantina - continua Gagliardo - e all’1% per quelli in ufficio, ma resta significativo il dato complessivo. È un peccato che i nostri giovani rifiutino questi mestieri, perdendone la memoria e la pratica. Guadagna terreno la manodopera straniera, più disponibile e ancora attenta ai mestieri della tradizione”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli