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IN GRAN BRETAGNA LA CATENA DI GRANDE DISTRIBUZIONE WAITROSE, CHE NEL 2011 AVEVA LANCIATO I VINI INDIANI, ADESSO PUNTA SULLE ETICHETTE CINESI E BRASILIANE, PERCHÉ IL GIGANTE ASIATICO NON SI LIMITA AD IMPORTARE E AFFINA LE PROPRIE TECNICHE ENOICHE

Italia
Il vino cinese sugli scaffali Uk

Se c’è un Paese in grado di anticipare le tendenze nel mondo del vino, è la Gran Bretagna. E, se da più parti si parla con insistenza delle potenzialità della Cina come Paese produttore ed esportatore, e non solo consumatore ed importatore, ecco che i primi riscontri arrivano proprio dal Regno Unito, dove la catena di supermercati Waitrose, che per prima, nel 2011, mise sugli scaffali bottiglie di vino indiano, è pronta a lanciare entro fine mese vini cinesi (e brasiliani) nei propri punti vendita. Dal Paese della Grande Muraglia arriva il Changyu Cabernet Gernischt (foto), del Gruppo Changyu Wine, l’azienda più grande ed antica di tutta la Cina, mentre dal Brasile, dove Rio de Janeiro erediterà da Londra lo scettro di città Olimpica, Waitrose ha deciso di puntare su uno spumante, il Miolo cuvée rosé. Sarà vera gloria? Per Katie Mollet, responsabile acquisti Waitrose, “il Changyu è un buon vino, e ci piace far viaggiare i nostri clienti”. Più scettico il direttore di “Decanter”, Guy Woodward, che spiega come sia “fondamentale l’appeal del Paese d’origine, che la Cina non ha, a differenza del Brasile, circondato da big come Argentina e Cile”. Ma la domanda è: a quando il primo vino cinese in Italia?

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