Apre le porte di tanti gioielli nascosti e spesso abbandonati, esorta a segnalare quelli del cuore e, ora, invita anche a provare l’esperienza della vendemmia come una volta in uno dei suoi “beni”: è il Fai - Fondo Ambiente Italiano che il 9 settembre, in collaborazione con la società agricola Vignalta, attende grandi e bambini a Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Padova), donata al Fai - Fondo Ambiente Italiano nel 2005, dove con “Vendemmia in Villa” sarà possibile partecipare alla raccolta dell’uva e riscoprire, immersi nella natura rigogliosa del parco, le tradizioni rurali del territorio dei Colli Euganei (info: www.fondoambiente.it).
Per un’intera giornata, nel vigneto circostante Villa dei Vescovi, tutti potranno prendere parte al rito della raccolta dei grappoli e sperimentare il processo di pigiatura nelle originali tinozze in legno. In contemporanea verrà organizzato un laboratorio didattico per coinvolgere i bambini: la vendemmia è infatti un’esperienza unica durante la quale i partecipanti avranno l’occasione di conoscere le fasi della lavorazione dell’uva e potranno cimentarsi in un’attività antica e affascinante en plein air. All’ora di pranzo con un cesto da pic-nic si potrà pranzare nel parco della Villa, per poi proseguire la giornata con i laboratori didattici, giochi all’aperto e intrattenimento per bambini dai 4 ai 12 anni. Ci saranno anche la conferenza dedicata a “La diversità dei terreni dei Colli Euganei e i vini che vi si producono a confronto” ed una degustazione per comparare le caratteristiche dei vini proposti.
Focus - Il ritratto Villa dei Vescovi
Una splendida testimonianza di grande architettura civile italiana. Un monumento di eccezionale importanza all’interno del vasto panorama delle ville venete per la sua capacità di introdurre il gusto per la classicità romana nell’entroterra della Serenissima. Villa dei Vescovi fu edificata su un terrapieno dei Colli Euganei tra il 1535 e il 1542 come casa di villeggiatura del vescovo di Padova, Francesco Pisani, che la trasformò in sede di un cenacolo intellettuale frequentato da importanti letterati e umanisti del tempo, i cui pensieri e scritti lasciarono una traccia importante nella cultura del nostro Paese. Il progetto fu affidato al pittore-architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, mentre la direzione dei lavori spettò all’erudito veneziano Alvise Cornaro, responsabile all’epoca dell’amministrazione curiale. Gli interni e le logge furono arricchite dagli affreschi realizzati dal fiammingo Lambert Sustris, grande ammiratore della pittura di Raffaello a Roma. Successivamente, la Villa fu protagonista di ulteriori modifiche e migliorie apportate da artisti e architetti quali Giulio Romano, Vincenzo Scamozzi e Andrea da Valle. Rimasta di proprietà della curia padovana fino al 1962, la Villa venne acquistata dal milanese Vittorio Olcese e dall’allora consorte Giuliana Olcese de Cesare. Infine, fu donata al Fai nel 2005 per volontà di Maria Teresa Olcese Valoti, seconda moglie di Vittorio e dal figlio Pierpaolo Olcese come gesto d’amore verso il marito e padre. A distanza di cinque secoli, Villa dei Vescovi mantiene miracolosamente inalterato il suo ideale di vita originario che assegna alla natura e al paesaggio un valore morale in grado di educare lo spirito e ispirare la mente.
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