Accantonato negli anni passati anche perché associato ad un’immagine poco prestigiosa (ma già “cantato” dal Boccaccio nel suo Decameron, o ritratto da pittori come Botticelli e Ghirlandaio), nel 2012 il “fiasco” di vino, simbolo storico della Toscana enoica del passato, fa il suo grande ritorno. A riproporlo, “con uno sguardo attuale, né nostalgico né forzatamente innovativo”, uno dei marchi più celebri del Chianti, Ruffino (dell’americana Constellation Brands, www.ruffino.com), che lo rilancia nel formato da 1 litro con il Chianti Docg Superiore. Un “fiasco” a filiera corta, visto che la paglia è sostituita con carca certficata Fsc (Forest Stewardship Council) ed è fornita, come il fiasco stesso, da aziende vicine alla sede storica di Ruffino a Pontassieve (Firenze).
“Ruffino, fin dalla sua fondazione nel 1877, ha contribuito a trasformare il fiasco in un simbolo di italianità in tutto il mondo - si legge in una nota - utilizzandolo come contenitore principe per il vino toscano più conosciuto e il più vicino a Ruffino, il Chianti. Oggi, con questa nuova edizione, l’idea è di innovare nel segno della migliore tradizione, senza freni nostalgici ma nel sacro rispetto di ciò che ha contribuito a rendere Ruffino un riconosciuto sinonimo di vino toscano di qualità da oltre 135 anni”.
Le origini del fiasco, racconta ancora l’azienda chiantigiana, sembrano risalire nel periodo del Rinascimento. La sua caratteristica forma panciuta si ispirava alla borraccia di acqua che i viaggiatori a cavallo portavano con sé nei loro lenti e tortuosi spostamenti in epoca medievale. Molti capolavori artistici del periodo attestano come il fiasco fosse un oggetto di uso comune: Boccaccio lo cita già nel suo Decameron, mentre pittori come Botticelli e Ghirlandaio lo dipingono nelle loro opere.
Ora starà al mercato dire se sarà un “fiasco” di successo.
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