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AGROALIMENTARE (E VINO) DA RECORD ANCHE NEL 2012? PER COLDIRETTI (DA CERNOBBIO) IL VALORE DELL’EXPORT, NEL 2012, SUPERERÀ LA CIFRA STORICA DI 31 MILIARDI DI EURO. MENTRE IL RESTO DELL’ECONOMIA ARRETRA E, IN ITALIA IN CONSUMI A TAVOLA DIMINUISCONO

Non Solo Vino
Agroalimentare italiano da record

Sempre più diviso, il mercato, per l’agroalimentare italiano, tra un mercato interno in calo, con le famiglie che tagliano i consumi degli alimenti più costosi a favore di quelli più economici (-5,5% per la carne, +3,6% per la pasta, per esempio), e un export che, nonostante difficoltà economiche, contraffazione e così via, batte record su record. Al punto che, nel 2012, il valore dovrebbe superare la cifra mai raggiunta di 31 miliardi di euro. A dirlo Coldiretti, su dati Istat, dal Forum di Cernobbio. Secondo la cui analisi, il vino dovrebbe addirittura superare il record del 2011, arrivando a 4,5 miliardi di euro di valore esportato (+8%), prima voce della bilancia commerciale davanti all’ortofrutta (in calo del 2%, a 3,8 miliardi). Risultati frutto della crescita sui mercati Ue, primo sbocco per il made in Italy agroalimentare (da sola “l’Euro zona” vale 23,4 miliardi di euro), ma anche della crescita in mercati come gli Stati Uniti o l’Asia. E con alcune curiosità, come il +50% delle esportazioni di riso italiano in Cina, o il +35% di spumante tricolore in Francia. Risultati lusinghieri, se saranno confermati a fine anno, che dicono, una volta di più, che il settore è davvero fondamentale per la crescita e per il futuro del Paese.

Focus - Il record delle esportazioni previsto da Coldiretti: 31 miliardi nel 2012

Record storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che nel 2012 raggiungerà il massimo di sempre, superando quota 31 miliardi di euro. Emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat, presentata nel Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. L’agroalimentare, mentre industria e artigianato sono in calo, conferma dunque il suo ruolo di traino per l’intero made in Italy all’estero, dove il buon cibo tricolore contribuisce in misura determinante a valorizzare l’immagine del Paese, tanto che il 38% degli italiani lo ritiene il settore più importante per promuovere lo Stivale sui mercati stranieri, secondo l’indagine Coldiretti-Swg presentata a Cernobbio. Ma addirittura un cittadino su due (50%) - precisa la Coldiretti - pensa che l’agroalimentare sia il principale motore dell’economia nazionale davanti a moda (18%), auto (15%) e arredamento (5%). Dall’analisi di Coldiretti emerge che la grande maggioranza delle esportazioni riguarda i paesi dell’Unione Europea per un valore stimato di 23,4 miliardi (+3%) ma il Made in Italy va forte anche negli Stati Uniti con 2,6 miliardi (+10%) e soprattutto nei mercati emergenti come quelli asiatici con 2,4 miliardi dove si è avuto l’incremento maggiore con un +20%. Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto piu’ esportato è il vino, con 4,5 miliardi (+8%) davanti all’ortofrutta fresca (3,8 miliardi di euro, in lieve flessione del 2%). Aumenta peraltro anche la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,1 miliardi (+7%). Sono sostanzialmente stabili - precisa la Coldiretti - le esportazioni di olio (1,2 miliardi). Analizzando le performance dei prodotti nei singoli stati si scoprono aspetti sorprendenti – evidenzia Coldiretti - con la crescita addirittura del 50% della vendita di riso italiano in Cina. Il paese asiatico, presunto inventore degli spaghetti, si conferma terra di conquista anche per la pasta, le cui esportazioni sono quasi raddoppiate (+86%), e per Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che triplicano, nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei cittadini asiatici. Lo spumante tricolore – rileva la Coldiretti - fa registrare un vero e proprio boom (+35%) in casa dello Champagne, la Francia. Ma i cugini transalpini sembrano sempre più propensi anche a “tradire” camembert e roquefort per i formaggi italiani, che aumentano del 6%. Continua il buon momento della birra Made in Italy che avanza in Germania, patria dell’Oktoberfest, (+9%) e in Gran Bretagna, regno dei pub, con una crescita del 2%. Ma sotto la bandiera tricolore - prosegue la Coldiretti - crescono persino le esportazioni di couscous in Africa e triplicano le acciughe nei paesi Scandinavi, terra delle aringhe. Complessivamente, la crescita dell’export agroalimentare – rileva Coldiretti - compensa il flop fatto registrare dagli autoveicoli, che secondo i dati Istat fa segnare un crollo del fatturato del 21,4% rispetto allo scorso anno. “E’ questa la dimostrazione che nel grande mare della globalizzazione ci salveremo solo ancorandoci a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità di produzione che sono espressione diretta dell’identità italiana, dei suoi territori, delle sue risorse umane” ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che “se vogliamo giocare la partita sulla produttività e sui costi di produzione, perdiamo. Se invece aggiungiamo creatività, paesaggio, storia, tutto ciò che di bello e unico abbiamo in questo Paese, possiamo vincere e noi tutti questi valori li mettiamo nostri prodotti agroalimentari”. L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All'estero - stima la Coldiretti - il falso Made in Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre.

Focus - “La crisi taglia la spesa degli italiani”
a crisi taglia i consumi e cambia il menu degli italiani che a tavola portano piu’ pasta (+3,6%) e meno bistecche (-5,5%), con una flessione media dei consumi alimentari in quantità stimata vicina al 3%. E’ quanto dallo studio “La crisi taglia la spesa degli italiani” realizzato da Coldiretti sulla base dei dati relativi ai primi nove mesi del 2012 elaborati da Coop Italia e presentato nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Ad essere ridotti in quantità - sottolinea la Coldiretti - sono anche gli acquisti di pesce (-1%) e ortofrutta (-0,9%), mentre salgono quelli di pane (+1,3%). Ma con la crisi torna anche il “fai da te” casalingo con l’aumento record degli acquisti in quantità di farina (+8,3%), uova (+5,3%) e grassi come il burro (+2,8%). “Preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt o le confetture, oltre ad essere divertente e salutare, aiuta a risparmiare garantendosi la qualità degli ingredienti utilizzati”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “ricostruire il rapporto che lega il cibo che portiamo ogni giorno a tavola con il lavoro necessario per prepararlo è un passo importante per un Paese come l’Italia che ha bisogno di riscoprire la propria identità per tornare a crescere.

Focus - Stop al bar. È boom di caffè a casa (+3,3%)

La crisi cambia le abitudini degli italiani che dicono addio alla tradizionale colazione al bar e scelgono di farla a casa aumentando gli acquisti di fette biscottate (+5,9%), caffè macinato (+3,3%), miele (+1,9%) e marmellate (+0,9%). E’ quanto emerge dallo studio “La crisi taglia la spesa degli italiani” realizzato da Coldiretti sulla base dei dati relativi ai primi nove mesi del 2012 elaborati da Coop Italia. Una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - riguarda anche i pranzi e le cene sempre piu’ spesso preparate in casa e che fa crescere i consumi di olio di oliva (+6,8%), ma anche di vini tipici (+1,5%) a conferma della tendenza a trascorrere piu’ spesso momenti conviviali a casa. “L’attenzione alla cucina e alla qualità dell’alimentazione trova riscontro nel boom degli acquisti di prodotti locali a chilometri zero direttamente dagli agricoltori che garantiscono una maggiore freschezza e genuinità delle ricette”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che si tratta di “una formula di successo che garantisce la migliore qualità al giusto prezzo perché si tagliano le intermediazioni e si accorcia la filiera. Ma la spending review a tavola taglia anche gli stravizi alimentari delle famiglie italiane con una tendenza al risparmio che colpisce grandi e piccoli come dimostra il taglio in quantità degli acquisti che varia dal -7% delle caramelle al -3,4 % per il cioccolato. Ad essere ridotti in quantità sono - conclude la Coldiretti - anche le bibite (-2,2%), la pasticceria industriale (-3,8%) e i dessert (-12,1%).

Focus - In “saldo” la metà delle bottiglie di olio ed il 40% vini

Nella lista dei prodotti alimentari piu’ in promozione sugli scaffali ci sono l’olio di oliva (il 53 delle vendite), i vini tipici (il 40% delle vendite), la pasta (il 39% delle vendite) e le conserve di pomodoro (il 32% delle vendite). E’ quanto emerge dallo studio “La crisi taglia la spesa degli italiani” realizzata da Coldiretti in occasione della presentazione dei dati Istat su fatturato e ordinativi dell’industria, sulla base dei dati relativi ai primi nove mesi del 2012 elaborati da Coop Italia e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Si tratta - sottolinea la Coldiretti – degli alimenti base della dieta mediterranea che vengono offerti con uno sconto medio sul prezzo che oscilla tra il 28 e il 35% e serve ad attrarre i consumatori all’interno del punto vendita. “Occorre però fare attenzione tra le diverse offerte poiché risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente, con il rischio di avere effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone” ha precisato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che “un Paese come l'Italia che non può più permettersi di dare per scontata la qualità del cibo portato in tavola come avveniva nel passato, quando gli effetti della globalizzazione non erano così rilevanti”.

Focus - L’aumento dell’iva costa mezzo miliardo sulle tavole degli italiani

Il previsto aumento dell’Iva costerebbe agli italiani oltre mezzo miliardo solo per le spese alimentari, con effetti depressivi sui consumi a tavola che già fanno segnare un preoccupante calo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti. L’aumento dell’Iva dal 21 al 22% - sottolinea la Coldiretti - colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale, la birra e il vino, ma anche specialità come i tartufi, mentre se l’intervento interessasse anche quello dal 10 all’11% potrebbero essere colpiti dalla carne al pesce, dallo yogurt alle uova, ma anche il riso, il miele e lo zucchero. I prezzi dei prodotti alimentari al dettaglio aumenterebbero in media di mezzo punto percentuale con picchi per carne, prosciutto e pesce, con effetti - afferma la Coldiretti - sull’inflazione e sull’andamento dei consumi. “Un ulteriore aumento dell’Iva sarebbe insostenibile per gli effetti sui consumi in una fase in cui la mancanza di liquidità e di fiducia ha già portato ad una contrazione della spesa” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la manovra rischia di alimentare il circolo vizioso: l’aumento dell’Iva fa calare i consumi e la produzione che a loro volta significano piu’ disoccupazione e debito pubblico”.

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