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OIV: NEL 2012 IL MONDO PRODURRÀ MENO VINO (-6% SUL 2011). MA QUALE È IL “BORSINO” DEI PAESI PRODUTTORI? I CALI PIÙ FORTI IN UNGHERIA (-32%), ARGENTINA E AUSTRIA (-24%), FRANCIA (-19%). SU USA, SUDAFRICA, AUSTRALIA, CILE, PORTOGALLO, GRECIA

Secondo le ultime analisi dell’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) nello studio “elementi di congiuntura 2012: evoluzione della superficie del vigneto mondiale, stima del livello di produzione e del consumo mondiale di vino”, il mondo nel 2012 produrrà meno vino. Una tendenza in parte causata dalle bizzarrie climatiche, specialmente nel caso dell’Europa, ma anche dalla crisi visto che a questo risultato si accoppia una diminuzione a livello globale degli ettari vitati (-47 milioni di ettari sul 2011), anche se di minore entità rispetto a quella del periodo 2008-2011 (-142 milioni di ettari).

La tendenza, pur basandosi su dati provvisori (raccolta 2011) e previsionali (vendemmia 2012), appare tuttavia chiara e indica un livello di produzione vinicola basso: a livello globale si produrranno nel 2012 248,2 milioni di ettolitri di vino contro i 264,1 del 2011, una contrazione di 15,9 milioni di ettolitri, che in percentuale si traduce in un -6% sulla scorsa annata.

I Paesi che presentano i decrementi più vistosi sono l’Ungheria, che passa dai 2,7 milioni di ettolitri di vino prodotto nel 2011 al 1,8 del 2012 (-32% con una perdita di 876.000 ettolitri), l’Argentina che scende da 15,4 milioni di ettolitri a 11,7 (-24% con una perdita di 3,6 milioni di prodotto), l’Austria anch’essa con una produzione che si riduce del 24% (era di 2,8 milioni di ettolitri nel 2011 sarà di 2,1 nel 2012 con una perdita di 664.000 ettolitri di vino) e la Francia che ha prodotto 49,7 milioni di ettolitri di vino nel 2011 e che ne produrrà, invece, 40,4 nel 2012 (-19% con una perdita di 9,3 milioni di ettolitri di prodotto).

A due cifre le percentuali di perdita produttiva anche per Nuova Zelanda (-17%) e Bulgaria (-16%). L’Italia si limita ad un decremento del 3% (42,2 milioni di ettolitri nel 2011 contro i 40,8 del 2012, con una perdita di prodotto prevista in 1,4 milioni di ettolitri), con la Spagna, l’altro paese fondamentale per i suoi volumi di produzione che perde invece il 6% sul 2011.

Il quadro, sostanzialmente, indica una diminuzione che interessa la maggior parte dei Paesi produttori al mondo (il dato dell’Unione europea a 27, che rappresenta il “blocco” più importante, indica una produzione per il 2011 a 154,9 milioni di ettolitri che nel 2012 diventeranno 140,8, -9% con una perdita di 14 milioni di prodotto, un dato storicamente significativo), ma ci sono anche delle eccezioni, che riguardano anche nazioni protagoniste del mercato mondiale del vino.

A partire dagli Stati Uniti che vedono balzare la loro produzione dai 19,1 milioni di ettolitri del 2011 ai 20,5 del 2012, superando la soglia psicologica dei 20 milioni di prodotto, con un incremento del 7%, che, in termini quantitativi, significa1,3 milioni di ettolitri in più. C’è poi un gruppo di paesi che vede aumentare la propria produzione di vino del 4% sul 2011. Sono Sudafrica (9,6 milioni di ettolitri nel 2011 contro i 10 del 2012), Australia (11 milioni nel 2011, 11,5 nel 2012), Cile (10,4milioni per il 2011, 10,8 nel 2012) e Portogallo (dai 5,6 milioni di ettolitri nel 2011 ai 5,8 nel 2012).

Risaltano i dati che riguardano l’Australia, che se vedrà confermate le previsioni dell’Oiv, accanto alla forte riduzione di ettari vitati, porterà questo livello di produzione fra quelli da tenere d’occhio, e il Cile che stabilisce un nuovo record della sua produzione di vino. Exploit, un po’ a sorpresa vista la situazione complessiva del Paese, per la Grecia che fa segnare l’incremento più importante: +15%, che fa passare la produzione di vino dell’Ellade dai2,7 milioni di ettolitri del 2011 ai 3,1 del 2012.

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