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PER L’OSSERVATORIO DEGLI SPUMANTI (OVSE), IL CONSUMO DI SPUMANTI IN CALO ANCHE PER LE FESTE DI FINE ANNO CON 89 MILIONI DI BOTTIGLIE MADE IN ITALY STAPPATE (-3,5% SUL 2011). LE CAUSE? CRISI GENERALE E MANCANZA DI RIPOSIZIONAMENTO DEL PRODOTTO

Italia
Meno bollicine nei calici delle feste 2012

Terzo anno consecutivo di cali nei consumi di vini spumanti in Italia, causa la crisi generale e mancanza di riposizionamento del prodotto. A dirlo l’Ovse (Osservatorio Vini Spumanti Effervescenti), l’istituto economico internazionale dei vini spumanti italiani, creato da Giampietro Comolli. Dai sondaggi svolti nei primi 15 giorni di dicembre 2012 dall’istituto, la tendenza è quella ad una riduzione totale per le Festività di fine anno (erano 102 milioni di bottiglie nel 2009). Nei tradizionali 24 giorni di queste festività si stapperanno infatti 89 milioni di bottiglie made in Italy, con un -3,5% rispetto al 2011. Un dato che potrebbe determinare una riduzione su base annua del 4,1 %.

Saranno circa 3,1 milioni di bottiglie quelle di Champagne (-15%) e -0,4% di altra provenienza. La spesa degli italiani è stimata in 690 milioni di euro, oltre il 61% realizzato nella gdo: 1 bottiglia su 3 è Brut, 1 è dolce, 1 è extradry-dry. Questo vuol dire che per fine anno circa 35 milioni di bottiglie saranno di Prosecco nelle diverse denominazioni, 34 milioni saranno di spumanti generici con nomi di fantasia a prezzi decisamente bassi, e 23,5 milioni di Brut, Rosè, Riserva, gamma medio alta-alta, compreso etichette straniere.

La gdo conferma la sua posizione di leader negli acquisti per le bollicine, ad iniziare dai due marchi storici del metodo tradizionale, Ferrari e Berlucchi, con una stima intorno ai 6 milioni di bottiglie acquistate negli ultimi 60 giorni. I prezzi in gdo ad inizio mese per le più note bottiglie di metodo classico italiano si attestano tra 8,90 e 12,80 euro, con alcune etichette a 18 e 19 euro la bottiglia. Il “primoprezzo” dello Champagne è posizionato fra 13,50 e 15,95 euro a bottiglia.

Nel canale horeca i dati reali segnano un calo del 10-15% degli ordini. Eppure le indagini nelle enoteche confermano, in tono minore rispetto a tre anni fa, la scelta prioritaria della bottiglia spumeggiante come regalo per le feste, ma con un “cambio” di etichetta. Se gli atti di acquisto segnano un calo ridotto, più pesante è il calo dei volumi e della spesa. Anche nel mercato interno è in forte crescita l’acquisto di spumanti generici a scapito di spumanti Docg-Doc dolci e aromatici; è in crescita il Valdobbiadene Docg e il Prosecco Doc. Franciacorta e Trento si contendono spazi di mercato con sconti importanti, con migliori risultati per le vendite di Franciacorta. Leggero freno, invece, per i vini spumeggianti rosati.

Una nota va ai vini frizzanti e a nuovi spumanti che stanno facendo tendenza, ovvero Lambrusco, Malvasia, Moscato, Soave, Lugana, Pinot, Müller Thurgau e il Trebbiano, con un rapporto valore/identità molto alto a favore del consumatore.

“L’acquisto o il consumo - spiega Comolli - si basa su motivazioni similari al 2011, ma sta cambiando il peso della singola causa. Su questo i produttori devono intervenire e correre ai ripari per non perdere il lavoro svolto negli ultimi 10 anni sul mercato interno. Discontinuità, infedeltà, prossimalità, prezzo, esternalità e distacco: ecco le cause del calo dei consumi. Senza un approccio diretto al consumatore, motivato e continuo, il prezzo basso e lo scaffale o il prezzo alto vincono. La fascia intermedia perde. In horeca i forti cali di consumo, non hanno ridotto il prezzo al tavolo. In gdo la promozione “fissa” spinge il consumatore a credere che quello è il prezzo di riferimento, obbligando una cascata di comportamenti, dentro e fuori il punto vendita. Occorre recuperare un “contatto” con il consumatore nei luoghi dove c’è la domanda. La globalizzazione e omogeneizzazione del prodotto avvilisce la specificità della Dop e va contro il consumo consapevole della specialità, come gli spumanti. Non è più questione di destagionalizzazione o di deabbinamento, si sta ritornando all’acquisto rituale e estraneo alla qualità del prodotto, quindi il prezzo basso e il posizionamento sullo scaffale stanno scalando l’ordine delle motivazioni e obiettivi d’acquisto, oggi, ma occorre guardare in prospettiva”.

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