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California: eccezionale 2012 ... Oiv: ok Azberdaïdjan ... Birmania: vite e vino ... Francia: Pitt e Jolie fanno sul serio ... Usa: Parker entra in Vintners Hall of Fame ... Nz: boom biologico ... Usa: Oregon, Pinot & economia
di Andrea Gabbrielli

- California: l’eccezionale 2012
La vendemmia 2012 in California ha raggiunto i 3,885 milioni di tonnellate, in aumento sulle ultime annate. Sempre nell’anno i vivaisti hanno venduto barbatelle per una superficie equivalente di 27.000 ettari: in pratica, più di tutti i vigneti dell’Oregon. Nat Di Buduo, presidente e ceo della Allied Grape Growers Association, nel Wine & Grape Symposium, ha dichiarato che un raccolto così “è stato una benedizione e non una maledizione”. Infatti, il timore di accumulare surplus di produzione con l’effetto di deprimere le quotazioni è svanito perché sia la domanda che i prezzi delle uve, sono in aumento.
Un aumento che, secondo DiBuduo, non dovrebbe incidere sui prezzi dei vini più costosi, perché $ 100 per tonnellata in più, si traducono in una maggiorazione di 12 centesimi a bottiglia, mentre per vini competitivi l’incremento potrebbe essere più sensibile. Tra le cultivar dei nuovi impianti il Cabernet Sauvignon domina su tutti anche perché la domanda continua ad essere sostenuta. Buona anche la performance del Colombard anche se non viene utilizzato per i vini varietali. La richiesta di vini dolci e frizzanti ha fatto impennare le richieste della cultivar Moscato di Alessandria (da noi Zibibbo).
Nel Wine & Grape Symposium sono state elette cantine dell’anno 2012 la E. & J. Gallo Winery e la Constellation Brands Inc. La prima ha avuto una crescita pari a 6 milioni casse nel 2011 alle quali vanno aggiunte 3,5 milioni, nel 2012, mentre Constellation, nel 2012, è cresciuta di oltre 3 milioni di casse. Gallo detiene 8 dei 25 marchi più “caldi” del settore e Constellation 6.

- Oiv: l’Azberdaïdjan entra a giugno
L’11 giugno, per il Congresso Mondiale della Vigna e del Vino, di scena a Bucarest (Romania), l’Azberdaïdjan diventerà il 45° Stato membro dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv). Recentemente a Parigi, sede dell’Organizzazione, si è svolto un incontro tra il ministro dell’Agricoltura Ismat Abbasov e il direttore generale Federico Castellucci per mettere a punto i particolari.
L’Azberdaïdjan, da un paio d’anni, sta ristrutturando il settore vinicolo e attualmente sta incrementando, con la cooperazione Oiv, di 60.000 ettari la superficie vitata nazionale.
L’Organizzazione ha recentemente accolto tra gli Stati membri, l’India nel 2011, la Bosnia-Erzegovina nel 2010, mentre in futuro potrebbe fare il suo ingresso la Tunisia.

- Birmania: la vite e il vino
La viticoltura oltre che in Cina, Thailandia e India, ora è arrivata anche Birmania. Per ora la coltivazione della vite si è concentrata nella nord-est del Paese, dove la presenza del turismo internazionale favorisce lo sviluppo del settore. Sulle rive del Lago Inle, nello Shan State, la cantina Red Mountain, di proprietà di un imprenditore locale, è diventata una delle attrazioni turistiche della regione. Lo riporta la giornalista Kelly Macnamara, in una corrispondenza per l’Agence France-Presse (Afp). Attualmente, l’azienda produce 120.000 bottiglie vendute a 10.000 kyat l’una (euro 8,50 euro), tra cui sono famosi il Savignon blanc e il Pinot nero. Il pioniere del vino birmano è un tedesco, Bert Morsbach, che ha partecipato alla creazione della prima tenuta vinicola del paese, Aythaya.
Arrivato in Birmania nel 1989 per occuparsi dell’esportazione del riso nel 1997 ha piantato, insieme ad altri amici europei, le prime 3000 viti importate dalla Francia vicino a Loikaw, il capoluogo di Kayah States. Nel giugno 1999, questo primo vigneto fu ripiantato nella Htone Bo Farm a Aythaya, vicino a Taunggyi nella parte meridionale dello Shan State. Dopo un primo periodo di ricerche e di sperimentazione, il primo imbottigliamento è avvenuto nel 2004, mentre la prima esportazione è avvenuta nel 2009. Inoltre, a partire dal raccolto 2005, la società ha iniziato a produrre dalle vinacce una grappa a 42° oltre al Moscato Grappa Aythaya. Racconta il sito aziendale che “in onore degli inventori italiani di questo tipo di distillato raffinato, il nostro prodotto è chiamato Grappino”. Sempre secondo il sito “nella buona tradizione italiana la grappa è un “digestive dopo cena” nella buona tradizione italiana complemento di un espresso forte, e spesso da bere insieme”.
La sfida principale in Birmania è il clima tropicale. La terra è molto fertile ma le giornate relativamente brevi durante il periodo della fruttificazione, da giugno a luglio, aiutano la produzione. I principali nemici della vite sono le muffe “che spesso crescono meglio delle uve” racconta Hans Leiendecker, direttore delle operazioni agricole di Aythaya, che prevede di vendere almeno 200.000 bottiglie quest’anno. Sulle colline dello Shan State, avvolte dalla nebbia, i vigneti godono di temperature clementi, grazie ad un altitudine di 1.100 metri dove il freddo conserva gli aromi in particolare dei vini bianchi. I consumatori sono più che altro orientati verso i rossi in particolare syrah mentre si stanno sperimentando Dornfelder, Tempranillo e Sangiovese.
Il successo dei pionieri ora sta favorendo la nascita di aziende più piccole con molte possibilità per i ristoranti locali di offrire vini prodotti nell’area. L’immagine della Birmania è molto migliorata, grazie alle riforme intraprese dal governo dopo l’abbandono dei militari nel 2011.

- Francia, in Provenza Brad Pitt e Angelina Jolie fanno sul serio
La coppia Brad Pitt e Angelina Jolie non si limiterà a prestare il nome per il vino dell’azienda vinicola che hanno acquistato in Provenza nel 2008 ma per assicurare una gestione di alto livello ha fatto un accordo con una delle più famose famiglie di vignaioli francesi, i Perrin di Château de Beaucastel.
La coppia di attori dopo un opzione nel 2008 nel 2011 aveva acquistato per Usd 55 milioni, lo Château Miraval a Correns, ad est di Châteauneuf-du-Pape. Si tratta di un’azienda di 400 ettari di cui 30 vitati. Mark Perrin, che ha seguito l’accordo, ha confermato alle riviste “Decanter” e “TheDrinksBusiness” che la famiglia ha accettato di occuparsi della produzione e della distribuzione di Château Miraval a partire dalla vendemmia 2012, che è stata effettuata da un loro team.
Brad e Angelina, intanto, hanno iniziato i lavori di ristrutturazione della tenuta situata in una vallata ad un’altitudine di 350 metri. L’indagine sui terreni è stata affidata a Claude Bourguignon che ha puntato sul Monastrell, il vitigno preferito dai Perrin, per aggiungere complessità al Cabernet Sauvignon e allo Syrah, già presenti.
Nella proprietà, inoltre, c’è una piccola particella di Vermentino per la produzione del vino bianco, Lady Jane. Perrin ha raccontato che entrambi gli attori hanno partecipato alle degustazioni per l’assemblaggio di quest’anno e alle altre attività sino alla scelta delle nuove etichette per i vini. L’unico indizio della nuova proprietà sarà una scritta molto discreta sull’etichetta: “Mis en bouteille par Jolie-Pitt & Perrin”.

- Usa, Robert Parker entra “Vintners Hall of Fame”
Robert Parker, fondatore della newsletter bimestrale “The Wine Advocate”, sarà il primo critico ad entrare nella Vintners Hall of Fame. La cerimonia di insediamento è di scena il prossimo 18 febbraio al Culinary Institute of America nella Napa Valley, in California.
Il riconoscimento oltre a Parker sarà assegnato al wine writer e autore Frank Schoonmaker, alla pioniera degli enologi Meredith “Merry” Edwards e al leader Union of Farm Workers, (sindacato dei lavoratori agricoli) Cesar Chavez.
Nella cerimonia una dozzina di cantine offrirà il rinfresco con abbinamenti tra cibo e vino californiano. Sono già entrati nella “Hall of Fame”, Randall Grahm di Bonny Doon, Joel Peterson di Ravenswood, Warren Winiarski di Stag’s Leap, enologo e consulente Zelma Long, Paul Draper di Ridge, i fondatori della Gallo, Ernest e Julio Gallo, e il “padrino” del vino californiano, il compianto Robert Mondavi.

- Nuova Zelanda, il boom del vino biologico
L’ultimo rapporto sull’agricoltura biologica, presentato al Parlamento, della Nuova Zelanda, ai primi di marzo, stima che l’intero settore è cresciuto del 25% negli ultimi tre anni, nonostante il periodo di recessione che sta investendo il mondo. In questo processo, il settore vinicolo è all’avanguardia tanto che i vigneti coltivati biologicamente dal 2008 si sono quadruplicati. Inoltre, con la vendemmia 2012, oltre 100 vigneti, che rappresentano il 7,6% della superficie vitata nazionale sono già certificati. Il fenomeno riguarda grandi società e aziende di nicchia che si stanno cimentando con le pratiche di coltivazione e di vinificazione all’insegna della sostenibilità.
Un grande ruolo sta svolgendo l’associazione di produttori Organic Winegrowers New Zealand, che sta lavorando per diffondere e sostenere l’agricoltura biologica fornendo tutti i supporti per produrre vini eccellenti a costi contenuti impiegando solo prodotti naturali. Questo sforzo è stato sostenuto dall’associazione New Zealand Winegrowers, che ha appoggiato la campagna degli Organic Winegrowers New Zealand “20 by 2020” cioè di arrivare a coltivare il 20% della superficie vitata nazionale entro l’anno 2020.
“La certificazione secondo gli standard internazionali richiede un sacco di fatica e di dedizione - spiega James Milton, il pioniere del biologico in Nuova Zelanda e oggi presidente dell’associazione - ma ne vale la pena. E’ un modo fantastico per portare nel mondo il messaggio di un prodotto biologico e biodinamico coltivato in modo sostenibile”.

- Usa, l’Oregon, il Pinot nero e l’economia
Nell’Oregon Wine Industry Symposium di Portland è stato analizzato il ruolo del settore vinicolo nello Stato. Infatti, in Oregon, il Pinot nero occupa il 61% dei vigneti e nonostante siano presenti altre varietà come Pinot grigio e Chardonnay, a cui recentemente si sono aggiunte Pinot bianco e Tempranillo, la vitivinicoltura è sostanzialmente legata al Pinot nero. Ciò vuol dire che la sua immagine, nel bene e nel male, è profondamente legata a quest’uva. Tra i temi affrontati dal Symposium c’era, tra l’altro, come le aziende vinicole dell’Oregon, si debbono comportare per ottimizzare i profitti in una situazione di mercato e un’economia in ripresa ma con dei consumatori sempre più curiosi e disponibili a provare vini diversi.
Attualmente le vendite di vino da $ 20 e più, hanno dimostrato una particolare vivacità e quelli dell’Oregon sono aumentati fino al 6,4% in valore e del 5,5% in volume. Secondo una ricerca condotta dalla Nielsen attualmente il prezzo medio di vendita di vino dell'Oregon è $ 15,14 dollari a bottiglia ma il gap generazionale presente tra i consumatori può diventare un ostacolo.
Secondo la Silicon Valley Bank, mentre i “baby boeme” continuano ad essere i più forti consumatori di bottiglie di vino dal prezzo di $ 50 o maggiore, i “millennials” non raggiungeranno il picco di spesa di $ 35-54 almeno fino al 2020. In sostanza il peso dei consumatori meno disponibili a spendere sarà un peso nel breve periodo.
Il rafforzamento dei prezzi e la lieve contrazioni dell’economia, nel IV trimestre 2012, suggerisce che la spesa dei consumatori rimarrà ridotta almeno fino alla metà del 2013 per poi spendere più liberamente verso la fine dell’anno. Allora per il Pinot nero la strada diventerebbe più facile anche se la predominanza dei consumi dei vini californiani si farà sentire.

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