Il Chianti Classico, tra le tante novità che hanno ridato ossigeno alla denominazione più grande della Toscana enoica, ha puntato forte sul nuovo top di gamma, la “Gran Selezione”. “Un’ulteriore segmentazione, la punta della piramide qualitativa, frutto di regole severe (30 mesi in botte e minimo 3 in bottiglia), che ne fanno un vino di grandissimo pregio”, come ribadisce a WineNews il direttore del Consorzio del Chianti Classico Giuseppe Liberatore. Ma che, almeno per ora, non convince tutti. Specie David Berry Green, importatore di punta nel mercato britannico, che definisce la “Gran Selezione” una “mossa burocratica, che non aggiunge alcun valore reale al prodotto, specie perché manca un processo di classificazione adeguato”. Sperando, col tempo, che debba ricredersi ...
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