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VERSO VINITALY 2013 - IL 2012 DELL’EXPORT DEL VINO ITALIANO SEGNA NUOVO RECORD IN VALORE, A 4,7 MILIARDI DI EURO (+6,5% SUL 2011). MA VARCANO I CONFINI POCO PIÙ DI 21 MILIONI DI ETTOLITRI DI VINO (-8,8% SUL 2011). LO DICE L’ANALISI DI ISMEA

Italia
Export porta al successo il vino italiano (nella foto, gli scaffali di Fortnun & Mason a Londra)

Il fatturato dell’export del vino italiano segna un nuovo record, peraltro ampiamente previsto e segna un nuovo record, salendo a 4,7 miliardi di euro. Una confortante conferma del successo oltre confini del made in Italy in bottiglia che riesce ad aumentare, in termini di percentuale, il fatturato del 2011 del 6,5%. Un risultato che arriva nonostante una significativa battuta d’arresto in volume. Questo lo scenario di fondo da cui muove l’analisi del vino italiano all’estero che Ismea anticipa e che presenterà nel dettagli a Vinitaly, rassegna internazionale di riferimento del settore, di scena, a Verona, dal 7 al 10 aprile (www.vinitaly.com).

Cresce, dunque, nel 2012 il giro d’affari legato all’export di vini tricolore. Le elaborazioni Ismea dei dati Istat indicano nell’anno appena trascorso introiti per 4,7 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2011, nonostante una riduzione importante dei volumi esportati. A varcare i confini nazionali sono stati infatti poco più di 21 milioni di ettolitri di vino, l’8,8% in meno del 2011, per effetto degli alti prezzi unitari e della minore disponibilità di prodotto.

Sono in particolare gli sfusi a subire una riduzione dei quantitativi immessi sul mercato estero (-20,9%) a fronte di valori in crescita del 10,8%. Limitata a un meno 2% la flessione delle vendite oltrefrontiera dei vini imbottigliati che, di contro, hanno segnato una progressione del più 5% in termini monetari.

Scendendo nel dettaglio delle tipologie di vini, le elaborazioni Ismea indicano, sempre in riferimento ai volumi, una frenata sia delle Dop (-2% circa) che delle Igp (-4% circa) sebbene i corrispettivi siano cresciuti di oltre il 4% e di circa il 7%. Buona, invece, la progressione degli spumanti che, dopo un inizio di anno col segno meno, nel secondo semestre hanno recuperato portando i volumi su del 2% rispetto al 2011 (+14% in valore). Allineati al trend degli altri segmenti i vini frizzanti con minori volumi (-5%) affiancati da un incremento dei valori (+3%).

Nonostante la battuta d’arresto, sottolinea l’Ismea, l’Italia conferma la sua leadership mondiale per quantitativi esportati, seguita a breve distanza dalla Spagna, che nel 2012 ha spedito all’estero 19 milioni e mezzo di ettolitri (-14% su base annua).

Analizzando le principali destinazioni del vino Made in Italy, si segnala una progressione nel mercato Nord Americano, con le vendite in Usa e Canada in crescita nei valori rispettivamente del 6% e dell’11%. Prosegue a ritmo sostenuto l’aumento nel Far East, in particolare Cina e Giappone, dove l’export tricolore ha messo a segno un più 15% e un più 28%. In Germania e Regno Unito aumenta solo il fatturato (rispettivamente del 4% e del 5%), mentre le quantità esportate si sono contratte del 12% nel Paese teutonico e del 4% in Uk.

Partendo da questi dati, conclude Ismea, verrà presentato, per Vinitaly 2013, “Vino: big spender e mercati emergenti, andamento della domanda e posizionamento dell’Italia rispetto ai competitor”, uno studio sul posizionamento del vino italiano rispetto ai competitor analizzando l’evoluzione delle quote di mercato sia nei tradizionali Paesi di sbocco sia nei mercati che esprimono maggiori potenzialità di crescita.

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