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“IL VINO È UNA BANDIERA DELL’ITALIA NEL MONDO, E ASSOCIARE LE BANDIERE ITALIANE ALLA SOSTENIBILITÀ È UN VALORE AGGIUNTO”. COSÌ IL MINISTRO DELL’AMBIENTE CORRADO CLINI, A VINITALY, PER IL DEBUTTO DELL’ETICHETTA DEL PROGETTO “VIVA SUSTAINABLE WINE”

“Il vino è una bandiera dell’Italia nel mondo e associate le bandiere italiane alla sostenibilità è un valore aggiunto. E poi perché i prodotti di punta, più competitivi nel mondo, acquistano un valore quando c’è marchio di qualità ambientale. C’è un vantaggio per l’Italia che acquista reputazione attraverso queste iniziative, e anche per le imprese che così diventano più competitive”. Così il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a Vinitaly, nel lancio dell’“etichetta” di “Viva Sustainable Wine”, che certifica il procedimento di autovalutazione sull’impatto ambientale (con quattro indicatori, Aria, Acqua, Territorio e Vigneto), nel progetto portato avanti da 9 aziende “pioniere” (Gancia, Masi, Antinori, Mastroberardino, Chiarlo, Monte Vibiano Vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica), con le università di Torino, Perugia e Cattolica di Piacenza, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente “Investire in sostenibilità ambientale è un’opportunità e un dovere, sia perché come imprenditori, in generale, abbiamo responsabilità sociali, e anche perché per il nostro lavoro, per ottenere vini sempre migliori, il rispetto della natura e dell’ambiente è fondamentale”, spiega a WineNews Piero Antinori.

Focus - Il progetto “Viva Sustainable Wine”

Avviato dal Ministero dell’Ambiente nel luglio 2011, il progetto “VIVA Sustainable Wine” ha lo scopo di misurare e migliorare le performance di sostenibilità della filiera vite-vino, a partire dalla sperimentazione su alcuni grandi produttori italiani, che hanno sottoposto il loro processo produttivo ad una valutazione dell’impronta ambientale dal campo al consumo. Grazie all’individuazione di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio e Vigneto) le aziende hanno potuto misurare l’impatto della loro produzione in termini di sostenibilità ed intraprendere in tal modo, su base volontaria, un percorso di miglioramento. I dati ottenuti, attualmente in corso di validazione da parte di un ente terzo indipendente, compariranno sull’etichetta con un valore numerico e grafico. Viva non vuole essere uno strumento “comparativo” tra aziende, che spesso sono caratterizzate e influenzate dal territorio nel quale operano, ma incentiva la vitivinicoltura italiana ad intraprendere un percorso di sostenibilità, fornendo uno strumento di diagnosi degli impatti del prodotto-vino alle aziende e una garanzia di trasparenza per il consumatore.

Partecipano nel ruolo di protagoniste nove aziende del settore (F.lli Gancia & Co, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Castello Monte Vibiano Vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica), scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto, e affiancate da una cordata di autorevoli partner del mondo della ricerca: Agroinnova, Centro di Competenza dell’Università di Torino; il Centro di Ricerca Opera per l’agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; il Centro di Ricerca sulle Biomasse dell’Università degli Studi di Perugia.
“Una vitivinicoltura sostenibile - spiega il ministro Corrado Clini - si fonda su una corretta gestione della risorse ambientali e umane. Sostenere questo modello di management attraverso programmi concreti di sviluppo sostenibile vuol dire conservare e tutelare la qualità e la produzione di vini tradizionali italiani, e insieme preservare il territorio ed offrire opportunità di valorizzazione e di competitività dei prodotti italiani d’eccellenza sul mercato internazionale”.

Si sta puntando ad una via italiana per la certificazione di eco-sostenibilità del settore - spiega il professor Ettore Capri dell’Università Cattolica - associando alla Carbon footprint anche la Water footprint ed aggiungendo altri parametri di più ampia sostenibilità ambientale. L’impronta idrica comprende non solo il consumo dell'acqua contenuta fisicamente nel vino o nell'uva, ma anche quella impiegata in ogni fase della produzione, inclusa quella che deve essere depurata dalle contaminazioni prodotte. Per questo - conclude il professor Capri - l’impronta idrica di una comune bottiglia di vino non è pari al volume di vino contenuto ma 100-1.000 volte superiore.

“Viva Sustainable Wine - aggiunge la professoressa Gullino - è anche uno strumento decisionale, che aiuta i produttori vitivinicoli ad analizzare tramite l’indicatore Vigneto quali siano le conseguenze e i vantaggi di una variazione nella gestione agronomica del vigneto”.
“Questo progetto ha raccolto l’entusiasmo delle aziende coinvolte - conclude Lamberto Gancia, presidente di Federvini - anche perché tiene conto delle iniziative concrete che da tempo il settore vinicolo ha avviato per migliorare le performance ambientali delle cantine e dei sistemi di commercializzazione”.

Il progetto parte dall’assunto che la filiera del vino rappresenta un settore fondamentale dell’economia nazionale e che la produzione vinicola è riconosciuta come una delle componenti più significative della nostra cultura di gestione e di protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio, associate alla sicurezza dei prodotti e alla salute dei consumatori. Le iniziative previste da Viva, infatti, oltre a migliorare il rendimento delle aziende, promuoveranno la diffusione sul mercato di vini sempre più sostenibili, perché tracciabili e trasparenti attraverso moderne tecniche di etichettatura e di lettura digitale delle informazioni. L’etichetta, presentata a Vinitaly, offrirà al consumatore uno strumento di trasparenza sulla performance ambientale dell’azienda produttrice del vino, e renderà conto sia dei risultati attuali che del percorso compiuto dall’azienda nel tempo.
Il progetto intende infine definire le linee guida per una produzione sostenibile, sviluppare un codice che permetta una certificazione per le aziende che le adottano, formare tecnici per lo sviluppo di protocolli di sostenibilità nel settore e sensibilizzare il consumatore nel mercato interno e internazionale.

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