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IMPORT-EXPORT DI VINO NELL’ANTICA POMPEI: IL VICINO SITO DI VILLA OPLONTIS SAREBBE STATO UN CENTRO DI DISTRIBUZIONE ENOICA, UNA SORTA DI “COOPERATIVA E NOGOCÌANT DELL’ANTICHITÀ”. LO SOSTIENE L’ARCHEOLOGO (E PRODUTTORE) CALIFORNIANO MICHAEL THOMAS

Italia
Cantina a Pompei

Il legame tra Pompei ed il vino non è un segreto, come raccontano tanti scavi, e anche esperienze di recupero culturale come il vino “Villa dei Misteri”, prodotto dall’azienda campana Mastroberardino con le uve dei vigneti che dimorano tra gli scavi archeologici.
Ma che nell’antico villaggio ci fosse una sorta di antica “cantina sociale o negociànt antesignano di vino” è interpretazione recente. Per il produttore californiano e archeologo Michael Thomas, condirettore del Progetto Oplontis e direttore del Centro per lo Studio della Antica Italia dell’Università del Texas, dagli studi fatti nel sito “Oplontis B”, i cui scavi risalgono agli anni 70-80, e che saranno approfonditi meglio nei prossimi tre anni, la struttura non era in realtà solo una grande villa, ma un vero e proprio centro di distribuzione del vino. Per Thomas, come riporta “Wine Spectator”, visti i reperti e le strutture trovate, tanti viticoltori conferivano il loro vino, che poi veniva rimesso in anfore e ridistribuito.
Ma il centro serviva anche come piattaforma per l’import, viste le tante anfore di vino di Creta, allora considerato come un vino di lusso, e che probabilmente riforniva le importanti ville romane del territorio. E chissà che dall’antichità non nascano, come spesso succede, nuove opportunità per la narrazione del vino di oggi ...
Info: http://oplontisproject.org/

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