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DAL PIEMONTE ALLA SICILIA, PASSANDO PER LA PUGLIA I BUYER CINESI DI COLOSSI (DA COFCO A MUSEO TRANDING) IN VISITA NEI TERRITORI DEL VINO ITALIANO: AL VIA LA “FASE 3” DEL PROGETTO “VINI ITALIANI IN CINA” BY POLITICHE AGRICOLE, UIV E ENOTECA ITALIANA

Con 4,6 miliardi di euro esportati in tutto il mondo, pari al 20% del totale del nostro export agroalimentare, l’Italia è il secondo esportatore di vino, dopo la Francia. Ma in Cina, che secondo tutti diventerà il mercato n. 1 al mondo in pochi, la quota di mercato del Belpaese, come è noto, è ancora modesta e suscettibile di grande sviluppo. I vini di pregio si stanno affermando come indicatore sociale di successo soprattutto presso gli uomini d’affari. Ma c’è spazio anche per i vini con un buon rapporto qualità/prezzo nei quali l’Italia eccelle, specie presso il segmento numericamente più importante formato da consumatori tra i 20 e i 39 anni, che appare il target su cui puntare per garantire uno sviluppo del mercato del vino a lungo termine. E non solo: il mercato cinese è in continua espansione, grazie alla crescita costante dei consumi, favorita dal Governo centrale, e questa tendenza si riflette anche sugli acquisti di vino il cui consumo aumenta a ritmi del 20% annuo, con gli attuali 14 milioni di ettolitri.
Per “cavalcare l’onda” di questa promettente crescita sta per scattare la fase tre del progetto “Vini italiani in Cina”, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico con Federvini, Unione Italiana Vini (Uiv) & Enoteca Italiana (www.enoteca-italiana.it), e ora tocca ai buyer conoscere da vicino l’Italian appeal.
Dal 20 al 26 maggio, 9 importatori cinesi di vino visiteranno cantine e luoghi di produzione, toccando le terre regine dell’eccellenza enologica italiana: Sicilia, Puglia e Piemonte. Dopo il successo della seconda fase del progetto, che in aprile ha visto la partecipazione di 14 giornalisti di altrettante testate cinesi, entusiasti di poter descrivere in Cina le eccellenze del nostro Paese, in tour per l’Italia tra cantine e Vinitaly, ora è il turno degli importatori.
Buyer come la compagnia Museo Trading che importa in tutta la Cina vini italiani, la Cofco che distribuisce vino nei propri centri della grande distribuzione organizzata, la Shilin Trading che sta cercando le produzioni di qualità per le proprie enoteche, la Vinotache che importa da tutto il mondo e infine un sito e-commerce la Womai.com. Gli importatori, nella settimana di missione, saranno accompagnati da Silvana La Bella, responsabile del progetto per il Ministero dello Sviluppo Economico, da Francesco Ye, rappresentante di YiShang, sede dell’Enoteca Italiana di Shanghai e da Fabio Carlesi Segretario Generale di Enoteca Italiana. “Per entrare nel mercato cinese e mantenere le posizioni nel tempo - sottolinea Pietro Celi, Direttore Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello Sviluppo Economico - è essenziale scegliere con cura il canale distributivo e curare attentamente le relazioni personali con gli operatori. In Cina questa è la strada giusta per stabilire un rapporto di fiducia con partner commerciali e cogliere le opportunità di business, senza rinunciare a controllare promozione e prezzi di vendita del proprio prodotto”.
Il progetto “Vini italiani in Cina” comprende un’adeguata e aggiornata comunicazione che racconti come nasce il vino italiano e ciò che c’è intorno, la cultura, i luoghi e la storia coinvolgendo anche le aziende che contribuiscono con passione e orgoglio a mantenere alto il nome del gusto italiano.

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