Un macro disciplinare per il vino italiano ed un marchio unico per le produzioni d’eccellenza del Belpaese. A lanciare l’idea è Oscar Farinetti, ieri sera, in collegamento con Porta a Porta nella puntata di ieri sera. “Il nostro vino è il più pulito, e sul concetto di pulito, buono e giusto, dobbiamo insistere, perché è la vera e più valida azione di marketing del futuro. Senza dimenticare la ricchezza della nostra biodiversità, un aspetto in cui siamo superiori anche alla Francia, e se l’obiettivo, per quanto riguarda l’export, è quello di fare alzare il prezzo medio, dobbiamo fare percepire questa grande differenza”. Dai cugini d’Oltralpe, invece, c’è molto da imparare quando si parla di commercializzazione all’estero: “loro - continua Farinetti - sono stati capaci di colonizzare l’Italia e tanti altri Paesi in tutto il mondo con i loro supermercati: per vendere il nostro agroalimentare fuori dai confini del Belpaese, bisogna avere un retail italiano, perché mentre loro ci colonizzavano noi non siamo riusciti ad aprire supermercati all’estero, anche se con Eataly stiamo cercando di dare il buon esempio. E per fortuna molti rtailer italiani adesso hanno cominciato ad andare nel mondo a vendere il nostro cibo”.
Ma Porta a Porta, che ha messo al centro della propria puntata proprio il rilancio dell’agricoltura, ha avuto tra i suoi ospiti anche il Ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, che ha rilanciato il progetto, anticipato in via non ufficiale all’ultimo Vinitaly, di un intero padiglione dedicato al vino italiano all’Expo 2015 di Milano, “come biglietto da visita di un’Italia sana, operativa e che fa qualità”.
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