Le dimensioni, quando si parla di Champagne, contano: Ruinart, uno dei brand più importanti del metodo classico francese, ha dimostrato con una degustazione alla cieca di scena a Londra e dedicata ai wine writer inglesi, che il formato della bottiglia influisce in maniera significativa sull’evoluzione dello Champagne. Lo stesso spumante (nello specifico un Blanc de Blancs), infatti, conserva un carattere più giovane e fresco in una Jeroboam, mentre aprendo una mezza bottiglia si ha l’impressione di bere uno Champagne già con qualche anno di invecchiamento. E, se la normale bottiglia ha mostrato una ricchezza accattivante, l’equilibrio gustativo è tutto in favore della magnum.
Giusto ieri, invece, e ancora a Londra, Bollinger ha presentato l’R.D. 2000, imbottigliato rigorosamente ed esclusivamente in Jeroboam, il formato che ne conserva al meglio la freschezza. Ma non è solo una questione di dimensioni, perché gli Champagne Bollinger stanno ottenendo ottimi risultati anche dalla “mezza magnum”, la bottiglia lanciata un anno fa, con una base insolitamente larga ed un collo un po’ più stretto del normale che, limitando l’ingresso di ossigeno, ne rallenta l’evoluzione, e quindi l’ossidazione.
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