Sono 7 le aziende, tutte straniere, impegnate nel business del “Soave-fai da te”, che il Consorzio di tutela ha immediatamente segnalato al Corpo Forestale dello Stato. La minaccia arriva da Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna, dove si possono trovare sul mercato appositi kit, acquistabili anche on line, che permetterebbero, secondo la dicitura delle sedicenti etichette, di ottenere un vino Soave fresco, fruttato e floreale, direttamente dalla poltrona di casa, senza tanti investimenti di cantina, ma soprattutto senza uva. Il trucco è semplice e ormai noto da tempo al mondo del vino italiano, che ormai da diversi mesi è costretto a farci i conti: basta acquistare confezioni di uno “sciroppo”, contenente per lo più succo d’uva concentrato, bucce d’uva, ammonio, fosfato, solfiti, bentonite ed enzimi vari, da “allungare” con la giusta dose d’acqua, e il gioco è fatto.
L’ennesimo wine kit, che alza l’asticella della contraffazione, e la pone oltre l’italian sounding, che rappresenta la forma più eclatante di concorrenza sleale e truffa nei confronti dei consumatori, soprattutto nel settore agroalimentare, tanto che a livello mondiale, il giro d’affari annuo di questo fenomeno è stimato in 54 miliardi di euro, vale a dire 147 milioni di euro al giorno. Una cifra doppia rispetto all’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, pari a 23 miliardi di euro.
E’ forte l’azione di tutela e difesa delle produzioni da parte di un Consorzio del Soave che, primo nel Veneto, è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole per i servizi di vigilanza e valorizzazione non solo nei confronti dei soci ma anche di tutti gli utilizzatori della denominazione. Il Consorzio è infatti attivo anche sul fronte della vigilanza, attraverso un monitoraggio costante del mercato per segnalare le produzioni non in linea con le rigide norme del disciplinare. Una attività, quella di controllo, concordata con l’Ispettorato Centrale Tutela Qualità Repressione Frodi, che vede operativi cinque agenti dello stesso consorzio e recentemente riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole.
“Nell’attività di vigilanza sui mercati - spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave - i nostri uffici sono oggi in grado di completare le azioni di monitoraggio, di competenza dell’organismo di certificazione, che a sua volta controlla invece la tracciabilità delle produzioni dalla vigna fino all’imbottigliamento. In virtù di questo rigoroso iter certificativo, a partire dal 2014 saranno introdotte le fascette di Stato su ogni singola bottiglia della denominazione. La segnalazione dei kit fai da te dimostra ancor più come i nostri uffici non siano solo impegnati sul fronte della promozione territoriale, ma anche su quello della salvaguardia dei suoi prodotti”.
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