Le ultime due vendemmie hanno segnato un solco tra Europa e resto del mondo, specie California: se nel Vecchio Continente si è assistito, sia nel 2012 che nel 2013, ad un calo delle quantità di vino prodotto, in California la situazione è capovolta, tanto che da più parti è risuonato l’allarme di una possibile crisi di sovrapproduzione, che potrebbe portare ad una sanguinosa guerra al ribasso tra i big della Gold Coast.
Scenario che, come raccontano alla rivista inglese “Decanter”, i protagonisti dell’industria enoica a stelle e strisce, non trova alcun tipo di conferma, per diverse ragioni. In primo luogo, “all’orizzonte non c’è alcun eccesso di offerta tale da portare ad un ribasso dei prezzi”, come spiega Rob Sands, amministratore delegato di Constellation Brands, e poi, secondo Bob Ryder, chief financial officer del big californiano, “la situazione è decisamente equilibrata: la domanda si è consolidata, ed in realtà abbiamo bisogno di un’offerta maggiore solo per sopperire alla crescita dei consumi”.
La certezza è che a differenza di quanto accaduto in altre occasioni, i prezzi non verranno tagliati, sarebbe una ricetta disastrosa, perché il vento, negli Usa, soffia ancora nelle vele dei consumi enoici, tanto che, nonostante molti viticoltori della California abbiano deciso di espiantare i filari per far posto a colture più redditizie come le mandorle, negli ultimi due anni sono sorti 120.000 nuovi ettari vitati nella Regione.
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