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LA FIVI, PROPONE AL MINISTRO DE GIROLAMO LA CREAZIONE DI UN UFFICIO CENTRALE CHE SI OCCUPI DI TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA LE ETICHETTE, DALLE NORME AI CONTROLLI, CHE SNELLISCA LA BUROCRAZIA E FACCIA CHIAREZZA NEL MARE MAGNUM NORMATIVO

Un ufficio centrale che si occupi di ogni aspetto che riguarda il variegato e complesso mondo delle etichette, così da risolvere l’attuale situazione di confusione nell’interpretazione delle norme, che controlli, verifichi e stabilisca la conformità o non conformità di un’etichetta, e che quindi abbia anche autorità decisionale, e dipenda direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole. È la proposta che i Vignaioli Indipendenti della Fivi hanno lanciato al Ministro De Girolamo, nel nome della semplificazione e dell’efficienza.
Un ufficio unico, gestito a livello centrale/regionale o presso gli enti certificatori, che controlli, verifichi e stabilisca la conformità o non conformità di un’etichetta a quanto stabilito dalle normative, e di conseguenza ne approvi o meno l’utilizzo. Una struttura che crei modelli corretti di etichette, i quali, una volta validati e adottati dai vignaioli, non vengano contestati in alcun dettaglio dagli enti/uffici periferici preposti ai controlli. In sostanza, la Fivi chiede linee chiare e soprattutto l’approvazione in via preventiva, in modo da evitare di stampare migliaia di etichette scoprendo poi che non sono conformi alla legge.
La proposta nasce da due considerazioni: l’80 % delle sanzioni comminate alle imprese vitivinicole in sede di controlli ha per oggetto le etichette, e le esperienze maturate dagli stessi vignaioli, evidenziano come durante i controlli svolti da soggetti diversi, o in regioni diverse, emergano interpretazioni differenti sulla conformità o meno dei vari elementi presenti nelle etichette. Senza mettere in dubbio l’importanza e l’utilità dei controlli, garanzia fondamentale per i consumatori e per i vignaioli stessi, ma chiedendo chiarezza e linee guida che permettano alle imprese di agire in modo corretto.
Un ufficio, insomma, che approvi le etichette in via preventiva e al quale facciano riferimento i vari organi controllori, una struttura fondamentale e necessaria, come ne esistono già in altri Paesi, come ad esempio gli Usa dove, per quanto riguarda l’importazione di vini, le etichette devono essere tutte preventivamente autorizzate. Si tratta di problemi con cui quotidianamente i vignaioli si confrontano, questioni che richiedono tempo prezioso, spesso giornate intere per essere anche solo chiarite. Ore di lavoro sottratte alla cura delle vigne e al lavoro in cantina. Sono gli eccessi dell’apparato burocratico che Fivi ha denunciato e per i quali ha proposto soluzioni concrete nel dossier burocrazia, presentato in tutte le sedi istituzionali preposte in Italia e in Europa. L’obiettivo dei Vignaioli Indipendenti è quello di poter svolgere correttamente il proprio lavoro, senza esser costretti a sprecare energie e soprattutto risorse economiche. Confusione e mancanza di chiarezza hanno un costo che incide pesantemente sul bilancio e impedisce di lavorare.

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