“È un ritorno al futuro”: così Marco Simonit, dei “Peparatori d’Uva” Simonit & Sirch, spiega il progetto, per certi versi culturale, voluto da Cantina Due Palme, una delle realtà leader del vino di Puglia (www.simonitesirch.it). Ovvero l’innovazione della vite coltivata ad alberello, tipica della zona di Manduria e del Salento, che si evolve, diventando “palmetta”, “ovvero un alberello che puoi coltivare a filare, anche meccanizzando alcune fasi”, spiega Simonit (www.cantineduepalme.it). Abbattendo così i costi di gestioni altissimi dell’alberello, ma salvaguardandone l’essenza e la distintività, nel rispetto delle caratteristiche di territorio, uva e storia. Il progetto partirà in ottobre, su 40 ettari a Primitivo e Negroamaro. “Oggi la cura dell’alberello - spiega il presidente di Due Palme, Angelo Maci - prevede un grande sforzo da parte dei viticoltori che operano la raccolta manuale. L’innovazione che prevediamo di attuare nel giro di qualche anno è, con il riallineamento dell’alberello, la possibilità di avviare la raccolta meccanica. Quindi, salvaguardando l’integrità dei vecchi vigneti e la biodiversità, ci apprestiamo a essere protagonisti di una evoluzione dell’alberello con una rilettura in chiave moderna della sua storia e della sua identità”.
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