Soave controcorrente: è l’area italiana a più alta densità viticola, secondo l’annuale pubblicazione dei dati produttivi della Regione Veneto, con valori fondiari dei vigneti che restano tra i più a livello nazionale (un ettaro di vigneto iscritto alla Doc vale dai 200.000 ai 230.000 euro), e dove la superficie coltivata a vigneto è costante, ed i certuni casi in crescita, in controtendenza con il panorama nazionale italiano (-5 milioni di ettari tra il 1979 ed il 2010), in un trend che accomuna l’Italia ad altri Paesi, come la Francia (-38% di vigneti negli ultimi 10 anni), e, più in particolare, con lo stesso territorio di Verona (-25.000 ettari negli ultimi 40 anni). Lo sottolinea il Consorzio per la Tutela Vini Soave e Recioto di Soave (www.ilsoave.com), nel consuntivo della vendemmia 2013 di Regione Veneto e Avepa.
Alla luce dei dati produttivi e di valore dell’ultima annata, sottolinea il Consorzio, sostenibilità economica del sistema, sensibilità ambientale, responsabilità dei produttori, sviluppo della multifunzionalità sono i valori che caratterizzano oggi il comprensorio del Soave. Il cui vigneto è sempre più presidio del territorio: se nel tempo la superficie agricola utilizzata (sau) in Veneto è drasticamente diminuita, nella zona di produzione del Soave il territorio ed il paesaggio, in qualità di “risorse esauribili”, sono state preservate e garantite nel tempo. “Le imprese vinicole - ha detto Franco Manzato, assessore regionale all’Agricoltura - hanno oggi una doppia responsabilità: quella di produrre reddito e quella di presidiare il territorio”.
In base ai censimenti realizzati tra il 1979 ed il 2010 In Italia la superficie agricola utilizzabile è diminuita del 28%, pari ad una perdita di 5 milioni di ettari. Un trend che accomuna anche altri paesi, tra cui la Francia dove nella zona del Beaujolais negli ultimi dieci anni è andato perso il 38% dei vigneti. Nella stessa provincia di Verona, negli ultimi 40 anni, la pressione urbanistica ha eroso 25.000 ettari. In netta controtendenza si pone il comprensorio produttivo del Soave.
Oggi un ettaro di vigneto iscritto alla Doc Soave vale dai 200.000 ai 230.000 euro. Cifre che moltiplicate per i quasi 7000 ettari di vigneto specializzato danno la dimensione del valore economico di questo comprensorio, con la più alta concentrazione viticola d’Italia: il comune di Monteforte ha oltre il 95% della superficie agricola investita a vigneto specializzato. Seguono Soave, Colognola, Montecchia e Roncà con percentuali che superano l’80%.
“In base allo studio sullo stato della denominazione, recentemente presentato dal Consorzio del Soave - sottolinea il direttore Aldo Lorenzoni - possiamo affermare con soddisfazione che nella nostra denominazione preservare l’integrità ambientale premia economicamente. L’impegno nella tutela e nella valorizzazione del nostro territorio, oltre ad avere una chiara valenza etica, oggi si conferma infatti un ottimo investimento. Musei del vino, agriturismi, centri di accoglienza, campeggi, agri asili, maneggi, percorsi guidati, punti panoramici e di ristoro, centri congressi, stanno qualificando in senso multifunzionale una realtà che fino a pochi anni fa aveva nella produzione di uva e vino l’unica fonte di reddito. Questi sono i presupposti perché il Soave continui ad essere presidio del territorio e garanzia del reddito e della qualità della vita”.
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