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TRA FUSIONI ED ACQUISIZIONI, NEL MONDO DEL VINO SPUNTA IL “MODELLO FEUDI SAN GREGORIO”, BASATO SULLE PARTNERSHIP E SULL’INDIPENDENZA DELLE DIVERSE AZIENDE E, DOPO BASILISCO IN BASILICATA ABBRACCIA LA PUGLIESE CEFALICCHIO, DELLA FAMIGLIA ROSSI

Tra fusioni ed acquisizioni, nel movimentato mondo del vino c’è anche una terza via, quella della partnership, imboccata da qualche anno dalla campana Feudi di San Gregorio (www.feudi.it) che, dopo quella con Basilisco in Basilicata, ne ha stretta un’altra, con l’azienda biodinamica pugliese Cefalicchio (www.cefalicchio.it), di proprietà dell’economista ed ex senatore Pd Nicola Rossi. Nel nord della regione, zona particolarmente vocata al Nero di Troia, i 27 ettari totali passeranno nel pieno controllo dell’azienda irpina, ma Cefalicchio manterrà una sua indipendenza, filosofica, produttiva e strategica, e la famiglia Rossi continuerà ad esercitare un ruolo di primo piano.
Una scelta, come racconta a WineNews, Antonio Capaldo, a capo di Feudi di San Gregorio, fatta nell’ottica di una “valorizzazione del Sud Italia vinicolo, e quindi dei suoi vitigni autoctoni. Per questo, dopo aver consolidato in 25 anni di vita la nostra leadership in Irpinia ed esserci allargati in Basilicata, adesso completiamo questo percorso con la Puglia. Qui, infatti, abbiamo due mondi, il sud della regione, dove abbiamo già una presenza aziendale, con 50 ettari di vigneti e dove lavoriamo Primitivo e Negramaro, e adesso il Nord, dove lavoreremo soprattutto il Nero di Troia. L’idea è quella di poter offrire il meglio del Sud dal punto di vista vinicolo, ma ci ha conquistato anche la conduzione biodinamica di Cefalicchio, che arricchisce il nostro portafogli di esperienza e tecnica, perché Feudi è un’azienda giovane, nata nell’86, e che vive di ricerca e novità. Non che il biodinamico sia per sé una novità, ma mette il nostro staff tecnico nella condizione di approcciare una tecnica diversa, e questo per noi è un aspetto importante. La scelta - continua Capaldo - è caduta su Cefalicchio anche perché è un’azienda molto bella, che può crescere anche in dimensioni, e che vanta una storia molto positiva in Puglia”.
Quanto a dimensioni, “Cefalicchio ha 27 ettari a vigneto, che passeranno nelle mani di Feudi di San Gregorio, mentre le altre attività, ossia l’agriturismo e l’oliveto, resteranno nelle mani della famiglia Rossi, che manterrà anche una quota di minoranza del comparto vino. Così, la famiglia Rossi - continua Capaldo - darà continuità al loro impegno ed alla loro presenza, aiutandoci a traghettare quest’azienda nel nostro mondo, pur mantenendo una certa autonomia, e questa è la cosa più importante, come successo per Basilisco in Basilicata. Vogliamo, in sostanza, che ogni azienda che entra a far parte del nostro gruppo mantenga la sua indipendenza, filosofica, produttiva e strategica. Nello specifico, a Cefalicchio parliamo di 15 ettari già vitati e 12 da vitare a breve, con un lavoro che metterà al centro il Nero di Troia, mentre tra gli ettari vitati ci sono anche Bombino, Chardonnay e Moscato. Come gruppo - conclude Capaldo - siamo sui 400 ettari vitati complessivi. L’idea, come sempre, è quella di mettersi insieme per crescere come portafogli aziende, ci teniamo che la struttura produttiva rimanga autonoma, vogliamo valorizzare tutti mantenendo l’autonomia di ciascuna azienda. Non si può replicare lo stesso modello ovunque, anzi, va preso quanto di buono fatto dalle singole aziende e valorizzarlo, noi possiamo portare la nostra forza commerciale e la ricchezza di conoscenze che un gruppo come il nostro oggi comincia ad avere, ma ogni azienda deve camminare sulle sue gambe”.

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