Le donne, specie ad una certa età, si rivelano molto più coscienziose degli uomini, anche e soprattutto quando si tratta di sapersi rapportare con il bere: lo rivela uno studio della Glasgow Caledonian University , “Staying in the Zone but Not Passing the Point of No Return: Drinking in Mid-life”, che ha raccolto (e pubblicato, sulle pagine del magazine “Sociology of Health & Illness”) le esperienze di gruppi di uomini e donne, tra i 30 ed i 50 anni, giungendo alla conclusione che, anche nella mezza età, le donne conoscono e rispettano perfettamente i propri limiti, mentre gli uomini tendono maggiormente a sconfinare nell’eccesso.
“Gli uomini che hanno partecipato al nostro studio - racconta il co-autore della ricerca, il dottor Carol Emslie - dicevano di conoscere perfettamente i propri limiti, salvo non essere poi in grado di smettere di bere, né tantomeno essere disposti a discuterne. Per le donne, invece, può pesare nel loro comportamento il ruolo sociale che ricoprono, di enorme responsabilità, nel lavoro come nella famiglia. E poi c’è la percezione del mondo circostante: una donna ubriaca è giudicata molto peggio di un uomo.
Questa ricerca, però, è soprattutto un tentativo di saperne di più sulle sensazioni, i sentimenti e le emozioni che le persone sperimentano nel loro rapportarsi con l’alcol nella mezza età. Se vogliamo davvero migliorare la situazione, specie da un punto di vista della salute, dobbiamo lavorare sui momenti chiave, quelli in cui i protagonisti dei nostri focus group decidono di smettere di bere, evitando il famoso punto di non ritorno, spesso accompagnato da danni a breve (vomito, perdita della memoria, postumi) e lungo termine.
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