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BORDEAUX SI RIPRENDE, PER UNA SERA, LO SCETTRO DI REGINA DELLE ASTE ENOICHE: ALLA VENDITA ALL’INCANTO DI SOTHEBY’S, DI SCENA IL 26 APRILE, A NEW YORK, CHÂTEAU LAFITE BATTE ROMANÉE-CONTI. E I LOTTI TOP FINISCONO QUASI TUTTI IN MANI AMERICANE

Bordeaux si riprende, per una sera, lo scettro di regina delle aste enoiche: alla vendita all’incanto di Sotheby’s (www.sothebys.com), di scena il 26 aprile a New York, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, a quando le grandi bottiglie di Borgogna erano poco più che sparring partner di Lafite e co. Certo, è un successo dovuto in gran parte all’assenza di Domaine de la Romanée-Conti (presente con pochissimi lotti) che, negli ultimi anni, ha monopolizzato le aste internazionali, ma il prezzo toccato dal lotto top, una cassa di Château Lafite 1982, è a dir poco incoraggiante: 36.750 dollari.
Non tantissimo, se si guarda alle valutazioni del Liv-Ex, ma la soddisfazione è doppia se si pensa che tra i pochi lotti di Romanée-Conti, uno è rimasto addirittura invenduto, 10 bottiglie di Echézeaux 1985, valutate tra i 7 ed i 10.000 dollari. Tra gli altri lotti, da segnalare una cassa di Château Lafleur 2000, venduta a 24.500 dollari, e 12 bottiglie di Haut-Brion 1989 a 22.050 dollari. Bene hanno fatto anche il Pétrus 1988 e 1990, gli altri lotti di Lafite 1982 così come Mouton e La Mission Haut-Brion, mentre lo Champagne si è fatto notare per le 3 bottiglie di Krug Clos du Mesnil 1979, battute a 11.025 dollari.
Un altro aspetto da sottolineare dell’asta di New York, infine, è che a mettere a segno 15 dei 20 “colpi” più costosi, sono stati compratori americani, segno di una ritrovata competitività sui buyer asiatici.

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