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ANCHE PER I VINI BORGOGNONI GLI STATI UNITI SONO IL PRIMO MERCATO. CRESCONO I PREZZI, NONOSTANTE UN CERTO CALO NEI VOLUMI. E LA FILIERA TRANSALPINA TEME RIPERCUSSIONI NEGATIVE DA QUESTO TREND

I vin della Borgogna sono, almeno nel recente passato, diventati probabilmente i più gettonati di Francia. Non solo per questioni stilistiche, si tratta di vini complessi e al tempo stesso dotati di grande piacevolezza, ma anche per la “pressione” subita da questa denominazione transalpina ad opera soprattutto dei mercati asiatici sempre più a caccia dei vini da Pinot Noir o Chardonnay, piuttosto che dei grandi bordolesi, grandi, forse ormai troppo, anche in fatto di prezzo. Ma come va veramente la Borgogna in bottiglia sui mercati internazionali?
Anche per i Grand Cru borgognoni, il mercato statunitense rappresenta il primo sbocco. Un risultato che si ripete dal 2011 e che continua a crescere nonostante le fluttuazioni valutarie sfavorevoli, recuperando una fetta non secondaria del calo verificatosi tra 2008 e 2009. Il mercato a stelle e strisce, infatti, rappresenta il 21,7 % delle esportazioni in valore nel 2013 dei vini di Borgogna( 6,9 % in volume a 16,4 milioni di bottiglie e 7,5% in valore a 168.900.000 euro, nel 2013 sul 2012). Il Regno Unito rimane, invece, la destinazione top per i vini borgognoni in termini di volume (20,5 % nel 2013 contro il 17,8 % per gli Stati Uniti).
Il potenziale di sviluppo della Borgogna nel mercato americano è tuttavia ostacolato dall’euro forte, con le esportazioni francesi di vino negli Stati Uniti (+8 % nel 2011 /2010 e 15 % nel 2012 /2011) in un contesto globale di aumento dei prezzi dei vini borgognoni, trainati dai mercati asiatici.
Ma gli aumenti dei prezzi hanno contribuito a mantenere la crescita in termini di valore, (con un calo del 2,2 % in volume, ma un incremento del 2,4 % in valore, nel 2013 sul 2012), e nel fatturato dell’esportazione (con vendite pari al 4,6 % in termini di volume ma in aumento del 1,7% in valore nel periodo febbraio 2013 - febbraio 2014), nonostante le recenti vendemmie siano state penalizzanti per i vini della regione.
Resta la preoccupazione del comparto vitivinicolo transalpino che vede nell’aumento dei prezzi anche la possibilità che un certo numero di denominazioni di Borgogna resti fuori dal mercato e che sia limitata le possibilità di recupero in volume anche in caso di un felice raccolto nel 2014.

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