Il 2013 è stato un anno da record per la giovane viticoltura inglese, che ha toccato i 33.384 ettolitri di vino prodotto, che riflette la crescita degli ultimi 7 anni, in cui le superfici vitate sono praticamente raddoppiate, specie grazie ai 500 ettari impiantati nell’ultimo biennio, per lo più Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunie, 3 vitigni che rappresentano il 45% della produzione complessiva. Certo, siamo lontani dai livelli dei Paesi del Mediterraneo, ma il mondo di Bacco incuriosisce ed attrae, tanto che all’inaugurazione di “Rathfinny Estate” (www.rathfinnyestate.com), nel Sussex, era presente niente meno che il Ministro all’Innovazione, Vincent Cable.
L’evento, del resto, è di quelli storici, perché Mark e Sarah Driver, i proprietari, hanno progetti ambiziosi: nel 2010 hanno comprato 160 ettari, con l’obiettivo di arrivare a produrre, nel 2020, un milione di bottiglie, rigorosamente di spumante. Per ora, sono stati vitati solo i primi 64 ettari, e per il 2017 dovrebbe arrivare sul mercato la prima annata.
Numeri impensabili nel Regno Unito di qualche anno fa, ma facilmente auspicabili oggi, a causa innanzitutto del global warming, che ha spostato verso nord le aree maggiormente vocate alla viticoltura, e anche ad un maggior coraggio, interesse ed amore, nel Paese britannico, per il vino.
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