Vulcano e Lipari, nelle Eolie, che sono una testimonianza antica e vivente del percorso di domesticazione delle vite, e della cura del territorio anche per vendere vino, concetto che oggi appare così moderno, eppure capito già secoli e secoli fa. E ancora la Doc Sicilia, che permetterà ai 1.600 soci del Consorzio nato nel 2012 (e che ha da poco ottenuto “l’erga omnes”, ndr) di valorizzare al meglio un “continente vinicolo” fatto di tante anime, e di tante contraddizioni. Tutto questo sarà “Sicilia en Primeur”, il 28-29 maggio con Assovini (www.assovinisicilia.it), guidata da Antonio Rallo, con 70 cantine che rappresentano l’80% in valore del vino imbottigliato nell’Isola, che presenteranno le nuove annate.
In un incontro che sarà anche un confronto su una terra che, dal punto di vista vinicolo, ha fatto tanto negli ultimi decenni, grazie al lavoro di cantine illuminate che hanno investito in qualità, in sostenibilità, nella valorizzazione e nella tutela del territorio. Al punto che, oggi, la Sicilia, che tra l’altro è il vigneto “bio” più grande d’Italia, è una delle Regioni che vanno meglio sui mercati di tutto il mondo, grazie anche al boom di territori come l’Etna, per esempio. Ma che vive ancora delle difficoltà da non sottovalutare, come un eccesso di produzione, e per di più di basso prezzo, che rischia di mettere a rischio la sostenibilità economica di quelle realtà che ancora non hanno fatto il salto dalla quantità alla qualità.
“I vini siciliani - spiega, a WineNews, Antonio Rallo - sono stimati in tutto il mondo oltre che per la loro qualità, anche perché portano nel bicchiere tutto il fascino della nostra terra. Il momento è difficile, ma i primi dati 2014 sono confortanti, con l’export che ha ancora margini di crescita. Nel 2013 abbiamo fatto il record, ma possiamo ancora migliorarlo. Il nostro obiettivo non è solo promuovere il vino, ma anche tutto il territorio. Con un’attenzione basilare per la valorizzazione dei microterroir, che rappresentano il futuro dell’enologia: il territorio costituisce le fondamenta del vino siciliano ma è lo spirito innovativo a guidarci verso il futuro, un futuro che vede la valorizzazione di ogni singolo terroir dell’Isola”.
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