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Performance globale dello Champagne poco brillante nel 2013: -1,2% in volume e -0,4% in valore. Il problema sono i mercati storici, Francia, Regno Unito e Germania. Solo in Usa si registra una modesta controtendenza. Così Impact-Databank

Italia
I mercati dello Champagne nel 2013

La performance globale dello Champagne nel 2013 è poco brillante. Il totale delle spedizioni di Champagne nel mondo scivola dell’1,2% a 25,4 milioni di casse da nove litri e il valore diminuisce dello 0,4% (a 4,4 miliardi di euro), secondo i dati Impact Databank. Solo negli Stati Uniti si registra un modesto aumento che, tuttavia, non è riuscito a compensare il declino nei principali mercati europei: Francia , Regno Unito e Germania. Nel 2013, le prime 10 maison dello Champagne producono un modesto incremento di guadagno dell’1% in tutto il mondo e le prime sette per volumi esportati non superano lo 0,7% di crescita.
Nel 2013, lo Champagne ha registrato aumenti, se pure tendenzialmente leggeri, soprattuto negli Stati Uniti ( +0,9 % a 1,49 milioni di casse, per un valore a +0,4 % per 373.000.000 milioni di euro). Quattro delle prime cinque marche di Champagne ha goduto in Usa di aumenti di volume , con al top il duo Moët Hennessy-Veuve Clicquot ( +6,3 % a 385.000 casse) e Moët & Chandon, invece, in piena controtendenza (-7 % a 355.000 casse). I due marchi del gruppo del lusso Lvmh controllano complessivamente quasi il 60 % del mercato statunitense dello Champagne. Al terzo posto, sempre negli Stati Uniti, Pernod Ricard Perrier-Jouët cresce moderatamente (+0,6 % a 71.000 casse). Nicolas Feuillatte, quarto classificato in termini di vendita negli Stati Uniti , gestito da Ste. Michelle Wine Estates, è aumentato dell’11,7% a 67.000 casse. Quinto classificato Piper-Heidsieck con una crescita relativamente piatta (+0,1 % a 51.000 casse).
Anche negli Stati Uniti cresce l’appeal delle bollicine rosé. Più di 2,9 milioni di bottiglie di Champagne rosé sono stati spediti negli Stati Uniti nel 2013, il 16,2 % di tutte le spedizioni, rispetto al 6,4% del 2005. “I mercati al di fuori dell’Europa continuano a crescere di circa il 3 % in volume - spiega Etienne Auriau Cfo di Laurent-Perrier, il quarto più grande produttore di Champagne - I mercati nell’Unione europea continuano a diminuire di circa il 3 % in volume questo, prima di tutto, per colpa della recessione economica in atto nella maggior parte dei paesi europei”. “C’è un crescente interesse per lo Champagne - osserva Cecile Bonnefond, Ceo Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck - nei mercati extraeuropei, in particolare negli Stati Uniti, in Australia, in Giappone e in Asia. La mentalità del consumatore è focalizzata sulla ricerca di un lusso accessibile, con un occhio verso la qualità”.

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