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Russia, nei primi 2 mesi del 2014 l’import di vino italiano a +10,2% in volume e +14,2% in valore. A dirlo International Exhibition Management, alla vigilia del “Solo Italiano - Simply Italian Great Wines”, il 16 e 18 giugno a Mosca e San Pietroburgo

Dopo qualche mese di difficoltà, le esportazioni di vino italiano nel mercato russo, considerato uno dei più promettenti soprattutto per bottiglie di alta gamma, sono tornate a correre nel 2014: “dai primi 2 mesi dell’anno arrivano segnali positivi - spiega Marina Nedic Managing Director di International Exhibition Management, www.iem.it - con un aumento complessivo del 14,2% in valore e del 10,2% in volume, crescita determinata in modo particolare dagli imbottigliati, che hanno segnato un aumento di 14 punti percentuali nel prezzo medio, a dimostrazione della netta predilezione dei russi per il vino di qualità”. E su questa scia arriva la tappa russa del “Solo Italiano - Simply Italian Great”, il tour di Iem che portertà a Mosca (il 16 giugno) e a San Pietroburgo (18 giugno) alcuni dei nomi più importanti del vino italiano, dalle cantine dell’Isituto Grandi Marchi guidato da Piero Antinori (in particolare, in questo evento, Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari, Argiolas, Carpenè Malvolti, Jermann, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Tasca D’Almerita e Umani Ronchi, www.istitutograndimarchi.it) a quelle del Consorzio del Brunello di Montalcino (www.consorziobrunellodimontalcino.it), dal Consorzio Vino Chianti (www.consorziovinochianti.it) a U.Vi.Ve (Unione Consorzi Vini Veneti Doc, www.uvive.it), per oltre 90 firme enoiche da tutto il Belpaese, che incontreranno opinion leader, distributori, retailer, ristoratori, stampa e importatori locali, in seminari e walk-around tasting, alla scoperta delle più pregiate produzioni vinicole italiane.
Con incontri business to business che non guardano solo alla Russia, ma anche a tanti mercati dell’area, piccoli nei numeri, ma potenzialmente molto interessante e floridi per chi produce alta qualità e punta sul brand, Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Ucraina, Armenia e Bielorussia. Quattro i seminari in programma: il primo sarà “Veneto, terre di eccellenze”, organizzato da U.Vi.Ve; poi toccherà Consorzio del Brunello di Montalcino raccontare la tradizione e la particolarità che contraddistinguono il più prestigioso territorio toscano; Ancora, sarà la volta del seminario dell’Istituto Grandi Marchi, “10 Grandi Marchi per 10 anni di storia”, che celebra proprio in questo territorio non solo 10 anni di costituzione dell’Istituto ma anche 10 anni di presenza costante e crescente in Russia; a chiudere il seminario promosso da Simple, importatore top in Russia.
Russia che, secondo molti, è uno dei mercati su cui continuare ad investire di più: secondo una ricerca di Wine Intelligence, infatti, il numero di bevitori assidui di vino estero in questo Paese è notevolmente cresciuto negli ultimi due anni. Se nel 2012 solo il 29% degli intervistati dichiarava di bere abitualmente (almeno due volte a settimana) vino importato, nel 2014 la percentuale è arrivata al 40%. Andamento ulteriormente rafforzato dalle analisi dell’istituto Canadean, che stima un tasso di crescita annuo dell’industria del vino del 2,8% in valore e dell’1,8% in volume tra il 2012 ed il 2017.
La terra degli Zar, in particolare, trova nell’Italia uno dei primi Paesi di riferimento nelle importazioni. Mosca ha più volte dimostrato un crescente interesse nei confronti del nostro prodotto che, dal 2008, pur partendo da numeri relativamente piccoli, è cresciuto dell’84% nei volumi esportati, e del 90% in valore, grazie soprattutto ai vini fermi imbottigliati che negli ultimi cinque anni hanno conosciuto una vera esplosione, triplicando i volumi e raggiungendo i 28,7 milioni di litri nel 2013. Importantissimo contributo è stato dato, negli anni più recenti, anche dagli spumanti, che hanno incrementato la loro presenza in Russia del +28,7% in volume e +53,1% in valore nel 2013.

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