C’è un legame, piuttosto forte, tra il costo dei vigneti e quello del vino, per cui se il mercato dei primi regge, quello delle bottiglie può stare tranquillo ancora per qualche anno. In questo senso, i vigneron della Borgogna dormono tra due guanciali, con i prezzi dei terreni vitati che continuano a salire. Il costo medio di acquisto nelle terre dei grand cru, infatti, è aumentato del 5,3% nel 2013, secondo un rapporto pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura francese. Oggi, dopo una crescita che dura da ben 17 anni, ci vogliono circa 4 milioni di euro per un ettaro in Borgogna. Nella Côte-d’Or - si legge nel rapporto - i prezzi continuano a salire, a prescindere dalla denominazione, ed il fatto che le compravendite siano praticamente bloccate non vuol dire che le valutazioni scenderanno. Nel 2013, il prezzo minimo pagato per un ettaro di grand cru è stato 1,9 milioni di euro, e quello massimo 9,4, a fronte di un prezzo medio, nel 2012, di 3,8 milioni di euro, quando nel lontano 1996 raggiungeva “solo” 1,2 milioni di euro per ettaro.
In confronto, i vigneti nella regione di Pauillac, a Bordeaux, nel 2012, si vendevano in media a1,9 milioni di euro per ettaro, mentre nella prestigiosa Côte des Blancs, Champagne, i prezzi dei vigneti raggiungono 1,55 milioni di euro, un vero affare se paragonati a quelli dei grand cru di Borgogna. Per chi volesse spendere qualcosa in meno, ci sono i premier cru, decisamente più abbordabili: un ettaro di Chardonnay in Côte d’Or, nel 2013, costava 1,2 milioni di euro, mentre uno di Pinot Noir poco più di mezzo milione.
Grand cru e premier cru, in Borgogna, rappresentano il 14% delle superfici vitate, rispettivamente con 559 (cui il 56,8% a Pinot Noir) e 3.326 ettari (di cui il 44,2% a Chardonnay). Un altro dato interessante è che in Borgogna le transazioni che riguardano i vigneti riguardano appena il 2% delle superfici vendute sul mercato immobiliare agricolo, ma ben il 33% del valore. Anche per questo, 38 dei 50 vini più costosi del mondo arrivano da qui.
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