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Se bevono già a 14 anni i teenager hanno più probabilità di lasciarsi andare al “binge drinking” già a 16. Ma ritardare anche di soli sei mesi la prima volta con l’alcol può servire a ridurre il rischio. Così uno studio dell’Università del Vermont

Se bevono già a 14 anni, i teenager hanno più probabilità di lasciarsi andare al “binge drinking”: basta un semplice drink alla tenera età per sviluppare la tendenza al bere compulsivo. Ma secondo un progetto di ricerca degli scienziati dell’Università del Vermont ed i “colleghi” inglesi sulla salute mentale ed i comportamenti a rischio negli adolescenti, ritardare anche di soli sei mesi l’età in cui un giovane consuma alcol per la prima volta può servire per ridurre e prolungare notevolmente la possibilità di lasciarsi andare al binge drinking molto presto. Lo studio ha monitorato circa 2.000 adolescenti in Francia, Inghilterra e Germania, e ha permesso agli scienziati di prevedere il loro comportamento nel futuro con una precisione del 70%: “abbiamo dimostrato che se una persona beve a 14 anni - spiega a “The drink business” il professor Gunter Schumann, dell’Istituto di Psichiatria del King College di Londra e co-autore della ricerca - c’è una maggiore probabilità che poi faccia binge drinking a 16. Aspettando invece fino a 14 anni e mezzo, il rischio si riduce”.

Per lo studio un “binge drinker” è qualcuno che ha si è “ubriacato” in almeno tre occasioni a partire dall’età di 14 anni. “Abbiamo iniziato con chi ha 14 anni perché anche dopo due ore, possono ancora essere esposti ad alcol e nicotina. Entro i 25 anni - aggiunge Schumann - si manifesta il 75% del profilo psichiatrico di una persona. L’adolescenza rappresenta un periodo critico di maturazione del cervello”. Ma, sottolinea lo scienziato, tuttavia gli effetti al lungo tempo del consumo di alcol fin da molto giovani non sono ancora chiari e non è dimostrabile per esempio quale sia poi l’impatto sul bere di un adolescente a 19 o 20 anni.

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