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“Top 10 Wine Brands” 2014 by The Drinks Business: tra i marchi più venduti al mondo guida il californiano Barefoot, con 202,8 milioni di bottiglie. Sul podio anche Gallo e Concha y Toro, il brand più potente del mondo

Italia
Ecco i Barefoot Wines

Concha y Toro è il brand più potente al mondo, come abbiamo scritto poche settimane fa, ma non è il marchio n. 1 per bottiglie vendute, dove, come racconta la “Top 10 Wine Brands” 2014, la nuova chart di “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), le cose vanno diversamente, e il dato più evidente è la crescita, più o meno sostanziosa, di tutte le aziende top del vino mondiale. In testa, Barefoot, brand californiano dal 2005 di proprietà di Gallo Winery, dal profilo storicamente sociale, di cui nel 2013 sono state vendute 202,8 milioni di bottiglie (+4,3% sul 2012), seguito su podio proprio dai vini a marchio Gallo, sui supermercati di tutto il mondo con 180 milioni di bottiglie (+1,4%), mentre al terzo posto c’è proprio Concha y Toro, che da sola rappresenta il 34% dell’export complessivo di vino cileno, con 165,6 milioni di bottiglie.
Alla posizione n. 4, trainato dagli investimenti degli ultimi anni e dalle vendite di Chardonnay, l’australiano Hardy’s, brand in mano alla Accolade Wines, che nel 2013 ha venduto 158,4 milioni di bottiglie, piazzandosi ad un altro australiano, Yellow Tail, di Casella Wines, che ha chiuso il 2013 a quota 150 milioni di bottiglie. Al n. 6, il californiano Robert Mondavi, di Constellation Brands, 142,8 bottiglie vendute nel 2013 dopo un balzo del +6,3%, quindi Sutter Home, brand di Trinchero Family Estates, fondato nel 19esimo secolo in Napa Valley da un immigrato tedesco, con 134,4 milioni di bottiglie. Un altro australiano al n. 8, Lindeman’s, di Treasury Wine Estates, che nel 2013 ha lasciato sul terreno il 2,7%, fermandosi ad 86,4 milioni di bottiglie, raggiunta a pari merito (bottiglia più, bottiglia meno) da Berniger, la più antica azienda della Napa Valley, finita di recente proprio nelle mani di Treasury Wine Estates, mentre a chiudere la classifica è Jacob’s Creek, di Pernod Ricard Winemakers, con 59,4 milioni di bottiglie, in netto calo sul 2012 (-4,3%).
Mancano, però, i dati dei colossi cinesi, che lasciano così fuori dalla top 10 nomi come Great Wall, Changyu e Dinasty, big da centinaia di milioni di bottiglie, alle prese con un calo dei consumi interni che non accenna ad arrestarsi. Un crollo che, dopo aver colpito la fascia più alta dei consumi, rappresentata essenzialmente dai vini importati da Francia ed Italia, adesso riguarda anche le aziende del Dragone. Chi continua a crescere, per tanti motivi, sono gli Stati Uniti, dove aumentano anno dopo anno sia i consumi medi, sia la quota di wine lover tra gli over 21, con i giovani che vedono nel vino qualcosa di più di una semplice bevanda alcolica: esattamente ciò di cui hanno bisogno i produttori di ogni parte del mondo per continuare a crescere.

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