Si chiama Operazione “Brunello”, l’ennesima frode a danno del made in Italy e dell’immagine di uno dei suoi vini più famosi al mondo, scoperta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Siena grazie ad una segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, “uniti nella lotta contro le frodi” si legge nel comunicato stampa della Gdf di Siena, su false certificazioni Docg “Brunello” e “Rosso di Montalcino”, che ha portato al sequestro probatorio di 165.467 litri di vino (circa 220.600 bottiglie da 0,75 cl), di cui 75.620 litri di Brunello e 89.847 di Rosso, per un valore di almeno 1 milione di euro, e di 2.350 contrassegni di Stato e copiosa documentazione e materiale contraffatto. Al centro c’è A.L., consulente tecnico di svariate aziende della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, principale indagato, ma le indagini sono ancora in corso per accertare la responsabilità di altri soggetti. Il suo nome, in realtà, spiega a WineNews il colonnello Luca Albertario, comandante provinciale della Gdf di Siena, “non possiamo divulgarlo, così come quello delle cantine, al momento. E’ un professionista noto nell’ambiente, un enologo importante, titolare anche di alcune aziende fittizie che esistevano solo sulla carta. Le aziende sono molto importanti, più di una, tra le più note a livello nazionale, che, al momento, sono state frodate. Qualche novità ci sarà nei prossimi mesi”. Coadiuvato da collaboratori e con diverse funzioni nella filiera (per 3 anni ha lavorato come dipendente del Consorzio), il consulente - che, però, sottolinea Assoenologi, “non risulta avere il titolo di enologo in base alla legge 129/91, e tanto meno è iscritto alla nostra associazione nazionale di categoria” - dal 2011 al 2013 è riuscito a commercializzare, spacciandolo come Brunello e Rosso un enorme quantitativo di vino di modesta qualità, e abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, ad impossessarsi e contraffare i documenti attestanti la Docg per accompagnare le partite di uva e di vino, acquistate presumibilmente in nero, e venderle alle cantine nelle fasi di vendemmia ed invecchiamento, “vestendo” da Brunello con i contrassegni bottiglie di qualunque vino rosso e riuscendo, grazie a “straordinarie” abilità informatiche, ad inserire dati falsati nella banca dati A.R.T.E.A (Agenzia regionale delle erogazioni in agricoltura) della Regione Toscana, ed introdursi nell’home banking personale di due imprenditori. Tutti reati per cui è stato denunciato, sottoposto a misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino e al sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe (350.000 euro). L’Operazione è scattata a seguito della segnalazione del Consorzio di movimentazioni di cantina fittizie, scoperte nel corso di una verifica dell’organismo di controllo Valoritalia srl, autorizzato alla certificazione del Brunello. Una sinergia tra gli organismi di controllo che “ha impedito che la frode colpisse ancora i consumatori”, dice il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, con le indagini “partite dagli stessi produttori - aggiunge Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio - il Consorzio si costituirà immediatamente parte civile”. Ancora una volta. E lo farà anche la Regione Toscana che “si costituirà parte civile a difesa dei produttori del Brunello per il danno subito con la violazione della banca dati dell’agenzia regionale Artea”, ha annunciato il presidente Enrico Rossi.
Focus - Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza”
Comunicando l’importante operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Siena, con la collaborazione tecnica e operativa dell’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf), che ha permesso di bloccare il traffico di ingente valore economico di falsi vini d’eccellenza, sostituiti con prodotti anonimi di modesta qualità, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sottolinea che la contraffazione veniva realizzata aggirando il sistema di tracciabilità posto a garanzia di tali produzioni. Ulteriori indagini sono ancora in corso per accertare la responsabilità di altri soggetti, operanti con diverse funzioni lungo la filiera di tali vini a Docg.
“Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti”.
Focus - Il presidente della Regione Toscana Rossi: “Regione parte civile su “falso” Brunello
Nell’annunciare che la Regione Toscana si costituirà parte civile per il danno subito all’Artea, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi “ringrazia la Guardia di Finanza e le forze dell’ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l’Italia nel Paese nel mondo. Vogliamo dare un segnale inequivocabile - prosegue Rossi - che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l’impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell’ordine la falsa certificazione. Il segnale è chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori è danneggiato da questi criminali. Violano la legge - conclude Rossi - danneggiando la qualità e distruggendo posti di lavoro”.
Focus - La nota stampa del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino: “il Consorzio si costituirà parte civile
In merito alle vicende emerse dalle inchieste della Procura di Siena che vedono il Brunello vittima di truffa sia sotto il profilo amministrativo sia commerciale, il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci sottolinea come “è un fatto molto grave che potrebbe arrecare un danno sensibile al Brunello di Montalcino, ai produttori ed al suo territorio, un sistema che però fortunatamente, come in questo caso, ha la forza e gli strumenti per individuare, isolare e combattere con successo chi abusa della notorietà del Brunello. I reati contestati non lasciano dubbi: si tratta di una truffa verso il consumatore e soprattutto verso i produttori di Brunello, che subiscono questa vicenda e che reagiranno con durezza. Se e quando l’inchiesta confermerà le varie responsabilità il Consorzio si costituirà immediatamente parte civile e ricorrerà a tutti gli strumenti necessari per colpire simili comportamenti, ed in modo particolare coloro che sul territorio eventualmente avessero condotto gravi irregolarità o adottato iniziative lesive dell’immagine del Brunello. Del resto proprio il Consorzio a nome di tutti i produttori e del territorio ha collaborato sin dall’inizio delle indagini, indagini partite proprio dal sistema stesso dei produttori. Questa è infatti una vicenda che avrebbe potuto attentare alla credibilità e alla notorietà di un brand importantissimo del made in Italy che da sempre ha puntato sulla qualità in modo da distinguersi sul mercato mondiale e che proprio per questo, analogamente alle grandi griffes della moda, è maggiormente a rischio di truffa. Ed è proprio per evitare il ripetersi di comportamenti illeciti e lesivi del territorio - prosegue Bindocci - che già nei mesi scorsi abbiamo preso due provvedimenti molto importanti. Innanzitutto a luglio l’Assemblea ha approvato l’inserimento di un nuovo articolo nel disciplinare che introduce il controllo preventivo sulle vendite di uva e vino sfuso. I produttori dovranno comunicare le vendite con un preavviso di 48 ore, facilitando così ulteriormente il lavoro degli organi preposti al controllo. Sempre a luglio è stata varata la commissione che entro ottobre redigerà il Codice Etico cui tutti i produttori e coloro che ruotano intono al mondo del vino dovranno attenersi. Del resto - conclude Fabrizio Bindocci - da molti anni il Consorzio è impegnato a salvaguardare il lavoro dei produttori e tutelare i consumatori, un impegno che richiede una sempre maggiore attenzione e un aggiornamento continuo delle regole, a vantaggio del territorio, del brand e della qualità dei prodotti”.
Focus - Coldiretti: “dall’inizio della crisi più che raddoppiate le frodi nel vino e negli alcolici con un incremento record del 102% del valore delle bottiglie sequestrate”
Dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102% del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto agroalimentare made in italy più esportato. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai Carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013 in riferimento alla positiva operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato oltre 160.000 litri di vino pari a oltre 220.000 bottiglie tra Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino che sembrano ottenute in realtà da vino di modesta qualita.Un blitz che cade a pochi giorni dall’avvio della vendemmia.
“Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare il grave danno che la criminalità provoca all’immagine del prodotto agroalimentare italiano all’estero dove nonostante la crisi le esportazioni in valore del vino sono aumentate del 3% nel primo quadrimestre del 2014 sullo stesso periodo del 2013. La produzione di Brunello nel 2013 è stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67%, oltre 2 bottiglie su 3. Per l’export di Brunello la destinazione più importante, conclude la Coldiretti, è rappresentata dagli Usa (28%), seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela e altri), che rappresenta circa il 10%. In crescita è stato anche il giro d’affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti,alberghi, enoteche e altro): che registra un aumento del 5% e supera i 30 milioni.
Focus - Cia: “Il 20% delle frodi alimentari colpisce il vino, re del made in Italy”
Oltre il 20% delle frodi agroalimentari, che “scippano” al sistema Italia più di 1 miliardo di euro l’anno, colpisce il vino. Un settore d’eccellenza del nostro Paese, che genera quasi 10 miliardi di fatturato, di cui la metà realizzati sui mercati stranieri dove una bottiglia su cinque è “made in Italy”. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori sull’Operazione “Brunello”. “Esprimiamo grande soddisfazione per l’operato della Gdf che ha messo fine all’ennesima truffa a danno dei consumatori e degli agricoltori. I vitivinicoltori italiani non possono subire quest’odiosa concorrenza sleale, che pesa ancora di più in un momento difficile come questo, con la vendemmia ormai iniziata ma incerta nella quantità e qualità rispetto alle annate precedenti. E’ sempre più fondamentale tutelare le nostre produzioni - osserva la Cia - e per questo motivo è necessario assoluto rigore, controlli puntuali e “tolleranza zero” nei confronti degli autori delle frodi a tavola, che minano la credibilità dell’intero agroalimentare italiano, soprattutto dei prodotti di qualità regolamentata. Infatti a finire più spesso nel mirino delle contraffazioni, purtroppo, sono proprio le denominazioni d’origine, che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, criterio al primo posto nelle scelte di consumo per otto italiani su dieci. Basti pensare che, solo nel vino, l’Italia conta 330 Doc, 118 Igt e 73 Docg”.
Focus - Assoenologi: “indagato non ha il titolo di enologo”
La persona indagata per l’inchiesta sul falso Brunello “non risulta avere il titolo di enologo in base alla legge 129/91, e tanto meno è iscritto alla nostra associazione nazionale di categoria”. E’ quanto afferma in una nota Assoenologi, l’Associazione enologi enotecnici italiani, intervenendo “in funzione anche del ruolo svolto dagli enologi italiani per il costante miglioramento della qualità del nostro vino e del comparto tutto”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024