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Effetto Expo, vola l’export di cibo italiano a maggio, mese di apertura dell’Esposizione: +19% in Usa al +36% in India, fino al +57% in Cina. Ma rimane la piaga contraffazione dice Coldiretti. Il Ministro Martina: “guardia alta in tutto il mondo”

Effetto Expo: la domanda di prodotti agroalimentari meda in Italy all’estero è cresciuta, in maggio, mese di avvio dell’Esposizione Universale, a tassi che vanno dal +19% in Usa al +36% in India, fino al +57% in Cina, ma risultati estremamente positivi si hanno anche nello stagnante mercato dell’Unione Europea con un incremento del 5%. A dirlo uno studio Coldiretti sulla base dei dati Istat a maggio, dal quale si evidenzia, secondo l’organizzazione, anche un forte balzo del 5,9% nelle presenze alberghiere in Italia, dovuto soprattutto agli stranieri che fanno segnare un aumento del 6,6% mentre gli italiani crescono del 5,1%, secondo Federalberghi. Un successo, quello dell’agroalimentare italiano nel mondo, che ha il suo rovescio della medaglia, ormai fin troppo noto, quello della contraffazione, al punto che in almeno un Paese su quattro (25%) tra quelli che partecipano ad Expo “sono realizzate e vendute diffusamente fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani in sfregio all’identità del made in Italy”.
“Complessivamente ,a livello globale le esportazioni agroalimentari made in Italy hanno fatto registrare - sottolinea la Coldiretti - un aumento record del 7% per effetto della ripresa economica, del tasso di cambio più favorevole, ma certamente anche per l’impulso positivo dell’Esposizione Universale. Un risultato ancora più incoraggiante se si considera - precisa la Coldiretti - il crollo delle spedizioni verso la Russia a seguito dell’embargo che ha colpito importanti comparti dell’agroalimentare, comportando un cedimento del 36% del valore delle esportazioni”.
Il prodotto dell’agroalimentare più esportato dall’Italia nel mondo è il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva. I 2/3 del fatturato si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il mde in Italy va forte anche negli Usa che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario.
“Con questi risultati sul commercio estero l’agroalimentare, insieme al turismo, è probabilmente il settore che più di altri sta beneficiando dell’effetto traino dell’Esposizione Universale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di una occasione unica per dare la possibilità ai consumatori stranieri di mettere a confronto i prodotti originali con i troppi tarocchi che circolano in molti Paesi”.
“Non è un caso che per l’estate le previsioni siano per un sostanziale aumento del turismo straniero soprattutto legato all’agroalimentare. Due stranieri su tre - sottolinea la Coldiretti - considerano la cultura e il cibo la principale motivazione del viaggio in Italia che ha conquistato la leadership mondiale nel turismo enogastronomico grazie a 4.813 prodotti tradizionali censiti dalle regioni, 271 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario, 415 vini Doc/Docg, quasi 21.000 agriturismi e oltre 10.000 fattorie dove acquistare direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica”. Ma l’Expo, sottolinea ancora Coldiretti, ha portato un’iniezione di ottimismo, con la crescita, a giugno, della fiducia dei consumatori, che è salita a 109,5 rispetto ai 106,0 del mese precedente, e delle imprese, con un balzo in avanti da 101,8 a 104,3.
Ma tanto ottimismo non fa dimenticare i problemi, come quello della contraffazione alimentare, che, purtroppo, si ritaglia il suo spazio anche ad Expo, visto che in almeno un Paese su quattro tra quelli che espongono a Milano “sono realizzate e vendute diffusamente fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani in sfregio all’identità del made in Italy”, ricorda Coldiretti, che ha realizzato una esposizione con esempi scovati nei diversi continenti per denunciare pubblicamente l’oltraggio che si realizza a danno dell’identità e della reputazione della cultura alimentare nazionale.
Dal “Thai pesto” che corregge in stile orientale la prestigiosa salsa ligure alla “SauceMaffia” del Belgio per intingere le patatine, dal kit statunitense per preparare in pochi giorni a casa il Parmigiano a quello per il vino Barolo, ma ci sono anche gli improbabili tortelloni con la polenta austriaci, i chapagetti coreani e il prosciutto San Daniele del Canada, oltre agli spaghetti alla bolognese, diffusi ovunque tranne che in Italia, tra gli esempi delle storpiature che - sottolinea la Coldiretti - è costretto a subire il patrimonio enogastronomico italiano nel mondo.
“Non solo monumenti. Ad essere sfregiato nel mondo è anche il made in Italy alimentare, dallo sfruttamento di antipatici stereotipi per fare marketing sulla pelle degli italiani alle maldestre rivisitazioni di antiche ricette, dalla ridicolizzazione di storici processi produttivi ai nomi storpiati, dalla banalizzazione delle denominazioni fino ai piatti tricolore inventati di sana pianta”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Expo di Milano può rappresentare un momento di svolta per la tutela del patrimonio alimentare e culinario italiano che è il più apprezzato, ma anche il più offeso nel mondo”.
L’elenco degli orrori denunciati ed esposti dalla Coldiretti è infatti molto lungo e comprende il “caffè Mafiozzo” stile italiano della Bulgaria, il vino “bordolino” bianco dell’Argentina, la “zottarella” della Germania da dove arriva anche la “Firenza salami”, ma la confusione regna sovrana anche in Messico dove si vende un “Parma Salami Genova”, mentre dalla Romania arriva il “barbera bianco”, dal Brasile la “pomarola”, il “salame Toscana” dalla Danimarca, il “Chianti bianco” della Svezia, dall’Egitto l’“italiano pasta” e dagli Usa il sugo “all’arrabiatta”, mentre “Prosecco” e “Parmesan”, con tanto di scritta in cirillico, vengono dalla Russia che proprio ad Expo ha dovuto ritirare dal proprio padiglione alcuni formaggi di produzione nazionale che scimmiottavano palesemente quelli italiani con il marchio Prego “Italian Style” con una scritta “Original Italian Recipe.
In realtà, a differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono - precisa la Coldiretti - i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia da dove arriva il Parmesan con il marchio “Perfect italiano”, ma molto diffuse sono le imitazioni dei prodotti tipici e i piatti della cucina italiana completamente inventati come la “Pasta con mais, erbe e Parmesan” indicata sul sito ufficiale di Masterchef Australia.
La situazione è ancora molto più grave negli Stati Uniti dove il 99% dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York, nonostante i nomi richiamino esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. Il problema riguarda anche i salumi con la “Finocchiono Milano’s Suino D’Oro”, il salame toscano o il salame calabrese, tutti rigorosamente made in Usa come anche l’olio di oliva “Pompeian”, il Chianti californiano e i pomodori San Marzano “spacciati” come italiani. “La tutela del patrimonio agroalimentare all’estero è una area prioritaria di intervento per le Istituzioni a tutela dell’identità nazionale, ma anche per recuperare risorse economiche utili al Paese e per tornare a crescere”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari fa perdere al vero Made in Italy oltre 60 miliardi di euro di fatturato all’estero che potrebbero generare trecentomila posti di lavoro. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo italiano che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all’italian sounding a livello internazionale”.
“Abbiamo superato le 500 azioni di tutela del made in Italy agroalimentare di qualità - ha dichiarato a tal proposito il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina - in Europa e nel mondo. Nessun altro Paese ha risultati di questo tipo a livello internazionale. Abbiamo una strategia di azione completamente nuova, che punta non solo sulla repressione, ma sulla diffusione della conoscenza dei nostri veri prodotti Dop e Igp. È qui che si gioca la sfida più importante per aprire mercati ai produttori italiani. Grazie al lavoro del nostro Ispettorato repressione frodi abbiamo potuto far togliere dagli scaffali in molti Paesi d’Europa falsi prosciutti, formaggi, vini e aceti a denominazione, sfruttando meglio di ogni altro Stato membro la protezione prevista dalla normativa europea. Non è un caso se la Commissione europea ha deciso di organizzare proprio in Italia, a Expo Milano, una riunione tecnica di aggiornamento tra gli organismi di controllo dell’Unione per un focus sullo strumento della tutela ex officio delle Dop e Igp comunitarie. Un fronte dove l’Italia fa scuola”.
“Allo stesso tempo - ha proseguito il Ministro - lavoriamo in maniera assolutamente innovativa sul web. Il Ministero delle politiche agricole è l’unica istituzione al mondo ad avere protocolli di collaborazione con colossi del web come eBay e Alibaba, che ci ha consentito in pochi mesi di registrare più di 300 casi di protezione dei nostri prodotti. Un impegno fondamentale perché in questo caso non si interviene sequestrando una singola partita di merce, ma bloccando flussi commerciali a volte di dimensioni impressionanti. Con un solo caso su Alibaba abbiamo fermato un commerciante che offriva fino a 5.000 tonnellate al mese di falso Parmigiano Reggiano Dop, una cifra quasi pari alla produzione mensile di quello vero. In questa battaglia stiamo aprendo una strada che potrà essere seguita anche da altri Paesi, proprio rafforzando il sistema di protezione delle indicazioni geografiche. Vogliamo dare uno stop deciso a chi ogni giorno in maniera consapevole o meno usurpa i nostri marchi, danneggiando prima le aziende italiane e poi i consumatori che cercano la qualità italiana. Proprio a questi ultimi - ha concluso Martina - vogliamo arrivare sostenendo le esportazioni con il Piano straordinario per l’internazionalizzazione che abbiamo messo a punto con il Ministero dello Sviluppo economico e dove l’agroalimentare è assoluto protagonista”.

Focus - Interventi di tutela: i casi esemplari
Gran Bretagna, stop alla vendita di prosecco alla spina
bloccata la vendita di finto prosecco dop in numerosi punti vendita, catene distributive e siti web della Gran Bretagna. Il Department for Environment Food and Rural affairs - Defra - ha effettuato decine di controlli nel Regno Unito a seguito delle segnalazioni dell’Icqrf alle autorità britanniche relative alla vendita illecita di finto “Prosecco Dop” alla spina.
Olanda, via il finto prosciutto di parma dagli scaffali dei supermercati
Alcune importanti catene di supermercati olandesi vendevano con il loro marchio di fabbrica prosciutto affettato e confezionato direttamente dai punti vendita con la dicitura “prosciutto di parma” sull’etichetta degli scaffali. La Dop italiana, invece, può essere prodotta, confezionata e commercializzata solo a norma di legge e del disciplinare di produzione. Regno unito, scoperto falso Olio Igp Toscano ai grandi magazzini Harrods
Sospesa la commercializzazione dell’olio ’tuscan extra-virgin olive oil’ nei grandi magazzini Harrods di Londra e sul sito web Harrods.com. L’olio era venduto, imbottigliato nel Regno Unito e commercializzato col marchio Harrods e recava sull’etichetta espliciti riferimenti alla produzione dell’olio extra vergine di oliva Igp Toscano.
Turchia, mega truffa sul web: bloccate 5.000 tonnellate di falso Parmigiano
Bloccate 5.000 tonnellate di falso formaggio Dop, vale a dire quasi la metà della produzione mensile dell’autentico parmigiano, sulla piattaforma e-commerce di Alibaba.
Stati Uniti d’America, vini taroccati: rimossi dal mercato wine kit
Segnalati e rimossi da ebay wine kit evocanti la Docg Barolo prodotti negli Stati Uniti. Altri vini taroccati, con le scritte Chianti, Barolo e Valpolicella, sono state prontamente bloccate nel Regno Unito e in Svezia.

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