In Piemonte, nelle terre del Brachetto d’Aqui, è stato raggiunto l’accordo per resa minima e prezzo delle uve per la vendemmia 2015: 36 quintali ad ettaro e 1 euro al chilo. L’approvazione dell’accordo interprofessionale del Brachetto, firmato in questi giorni, dopo settimane di discussione tra parte agricola e parte industriale, prevede una resa di 36 quintali per ettaro con possibilità di blocage/deblocage e prezzo delle uve di un euro al chilogrammo senza trattenute.
A sbloccare la situazione è stata la proposta avanzata da Franceso Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti, di sottoscrivere un accordo triennale (2015/2016/2017), dove le rese per ettaro sono agganciate al prodotto venduto con la possibilità di crescere in base alla quantità del blocage/deblocage realmente utilizzato.
Concretamente la questione sta in questi termini: se alla resa di quest’anno, 36 quintali/ettaro, si aggiungeranno 4 quintali dei 20 previsti dal blocage/deblocage, ebbene la resa minima della prossima vendemmia 2016 partirà da 40 quintali/ettaro, cioè dalla resa dell’anno precedente aumentata dalla quota sbloccata di eccedenze a cui si potrà aggiungere un’eventuale quantità di blocage/deblocage sempre relativa ai 20 quintali/ettaro di riserva.
“Progettualità, quote che soddisfano le esigenze della parte agricola e di quella industriale e della cooperazione, stabilità del comparto e un reddito agricolo che si attesta, per la vendemmia 2015 già quasi terminata, attorno ai 6 mila euro/ettaro netti(l’uva sarà pagata 1 euro al chilogrammo e non ci saranno trattenute) - afferma Giaquinta - e che ha possibilità di crescere nel futuro di pari passo con gli incrementi del mercato. Queste sono le basi concrete per un rilancio vero”.
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