Un ottimo giugno chiude il primo semestre 2015 in grande spolvero per l’export di vino italiano: +6,5%, in linea con la crescita dei cugini d’Oltralpe, e meglio della Spagna, come raccontano i dati Istat (www.istat.it) sul periodo, caratterizzato da una partenza con il freno a mano tirato (-6% a gennaio) seguita dal boom di marzo, aprile e giugno, trainato, come è ormai abitudine, dalle bollicine Dop, che continuano a crescere ad un ritmo superiore al 20%. Il valore complessivo delle spedizioni, così, raggiunge i 2,52 miliardi di euro: la voce più importante è ancora quella degli imbottigliati, a quota 1,92 miliardi di euro (+5,4%), mentre gli spumanti toccano i 406 milioni di euro (23,5%) e lo sfuso si ferma, invece, a 192 milioni di euro (-9,8%).
Diverso è l’andamento in termini di volumi, che calano dell’1,6%, a quota 9,7 milioni di ettolitri nei primi sei mesi dell’anno, ma tutto concentrato nei vini sfusi, giù del 12%, a 2,6 milioni di ettolitri, che relega la categoria alla marginalità, visto che ormai concorre solo al 7% del fatturato complessivo, trascinata in basso dalla scarsa vendemmia 2014.
Discorso ben diverso per l’imbottigliato, a quota 5,95 milioni di ettolitri, che cresce soprattutto (per non dire esclusivamente) grazie alla performance Usa, mercato fondamentale, che tocca quota 538 milioni di euro di import negli ultimi 6 mesi, staccando nettamente sia la Germania, a 362 milioni di euro, con una crescita del 3% nel periodo, che la Gran Bretagna, che nonostante la rivalutazione della sterlina lascia sul terreno il 3% e non supera i 200 milioni di euro. Fanno storia a sé gli spumanti, che crescono ovunque ed indipendentemente dagli “umori” dei vari mercati, siano essi Usa, Gran Bretagna o Germania ...
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