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Equiparare in maniera chiara e definitiva il caporalato ai reati di mafia: la richiesta del Sindaco in “prima linea” a Lampedusa Giusi Nicolini dal “Premio Casato Prime Donne” a Montalcino. Premiati Walter Speller, Gaia Pianigiani, Costanza Calabrese

Equiparare, in maniera chiara e definitiva, il caporalato ai reati di mafia: ecco la richiesta di Giuseppina Maria Nicolini, Sindaco di Lampedusa e Linosa, “prima linea” sul fronte dell’emergenza dei migranti e dell’accoglienza, rivolta al presidente della Commissione Antimafia del Parlamento, Rosy Bindi, nel giorno del “Premio Casato Prime Donne 2015”, promosso dalla produttrice di Brunello, Donatella Cinelli Colombini, a Montalcino. Una richiesta che è anche un suggerimento alle Istituzioni, che il primo cittadino del Comune delle due isole si augura venga accolto e realizzato in tempi brevi. E che sarebbe una misura davvero incisiva ed importante per tutta l’agricoltura italiana, settore dove il fenomeno del caporalato, purtroppo, incide di più in assoluto.
Con lei, nell’edizione 2015 del Premio, sono stati premiati coloro che hanno meglio raccontato il territorio del Brunello facendolo conoscere al pubblico italiano e straniero, i giornalisti Costanza Calabrese, caporedattore del Tg5, Gaia Pianigiani, firma del “New York Times”, ed il giornalista inglese Walter Speller, dell’autorevole www.jancisrobinson.com, profondo conoscitore ed esperto di vini italiani, convinto che, in un parallelo con la cultura e l’arte italiane, “i migliori Brunello sono monumenti della Toscana”.
Tra i premiati, Walter Speller, per il suo lavoro e la grande conoscenza del vino italiano e di Montalcino in particolare, è uno dei più celebri giornalisti internazionali e Master of Wine - le sue note sulle Purple Pages di Jancis Robinson rappresentano un autorevole giudizio per valutare la bontà delle nuove annate, di riferimento per appassionati e produttori, non da ultimo l’articolo “2010 Brunello di Montalcino a perfect 60-60-60” (del 21 gennaio 2015) - la cui carriera nel vino è iniziata come buyer e sommelier, da Berlino a Londra, passando per Le Pont de la Tour di Terence Conran, per poi scrivere per la Robinson, ma anche su “Decanter” e “Financial Times”.
Da una parte all’altra dell’oceano, ma sempre nel segno del vino italiano, anche in Usa, ha detto la giornalista Gaia Pianigiani del “New York Times”, originaria del Chianti e pioniera di un giornalismo “responsive” che dialoga con i lettori - come negli articoli To Landowners, a Preservation Plan Takes On Acrid Untertones e A fight over land livelihood in Tuscany pubblicati sul quotidiano del 25 e 26 settembre 2014 - una cosa è certa, “conoscono il Brunello di Montalcino, basta la parola”. Dalla carta stampata alla tv, Costanza Calabrese, caporedattore del Tg5 a soli 30 anni, in soli tre minuti, ha raccontato Montalcino nei suoi aspetti storici, culturali, paesaggistici e agricoli, con un tocco di sogno e fantasia, come ispirano i suoi vini.

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