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Per dimensioni, i Paesi Scandinavi non stuzzicano la fantasia del mondo enoico. Ma l’Italia, dopo la Norvegia, conquista anche la Svezia, dove il Prosecco raddoppia le spedizioni dal 2011 (a 6 milioni di bottiglie), ed il comparto cresce del 75%

Per dimensioni, mercati come quelli del Nord Europa non stuzzicano eccessivamente la fantasia del mondo enoico. Eppure, Paesi come Finlandia, Norvegia e Svezia hanno dalla loro almeno due elementi competitivi di assoluta importanza: un reddito pro capito mediamente altissimo e una stabilità economica che rende i Paesi scandinavi anche più appetibili delle economie emergenti. Specie per l’Italia, che in Norvegia, nel 2014, ha esportato 17 milioni di litri di vino, consolidando il proprio primato sulla Francia, con il giro di affari del solo vino rosso che è stato di 337 milioni di euro (+35,2%), sui 249 milioni nel 2010, come emerso da una ricerca condotta dal Disafa - Università di Torino, coordinata dal Consorzio I Vini del Piemonte.
Ma non passa inosservata neanche la performance della Svezia, dove, come raccontano i dati del report di Wine Intelligence “Swedish Wine Market Landscapes 2015” (www.wineintelligence.com), il “solito” Prosecco ha raddoppiato le spedizioni dal 2011 ad oggi, arrivando a quota mezzo milione di casse (6 milioni di bottiglie).
Quello svedese, nel suo insieme, è un mercato stabile, in cui, dal 2010, i consumi si attestano sulle 20 milioni di casse (240 milioni di bottiglie) all’anno, con pochissimi cambiamenti significativi nelle abitudini e nelle tendenze di consumo, tra cui spicca proprio il boom dell’Italia, che con i suoi vini fermi è cresciuta, in volumi spediti, del 75% dal 2010, mentre l’ex leader del mercato svedese, il Sudafrica, ha perso, nello stesso periodo, il 24% della sua quota di mercato. Cambia anche l’approccio al consumo, con i wine lover svedesi che si concedono un buon bicchiere di vino anche lontano dai pasti ed in occasioni del tutto informali, disposti a spendere, nel 44% dei casi (erano il 31% nel 2011), più di 80 corone per una bottiglia (8,60 euro). Eppure, il numero di svedesi che si dichiarano fortemente interessati al vino è in diminuzione, dal 39% al 35%, negli ultimi anni, e si tratta perlopiù di consumatori poco avventurosi, che hanno ben chiaro cosa cercano.
“Anche se la Svezia è un mercato relativamente piccolo - commenta il Ceo di Wine Intelligence, Richard Halstead - e altamente regolamentato, si consumano comunque più di 20 milioni di casse di vino importato l’anno: tante, specie se si pensa che, in confronto, la gigantesca Cina ne importa 32 milioni l’anno. L’andamento del mercato premierà soprattutto i produttori di spumante, ma l’industria enoica, in generale, dovrebbe prendere atto del fatto che gli svedesi tendono a bere vino in maniera sempre più informale e smaliziata. L’unico problema, adesso, è crescere, specie di fronte ad un evidente calo di interesse e curiosità”.

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