“Forse all’inizio qualcuno ha pensato che il Padiglione Vino fosse un momento di mercato, di compravendità di bottiglie, ma non è così. L’obiettivo era quello di portare più gente possibile, e soprattutto i non appassionati, a conoscere cosa è davvero il vino, che è prima di tutto cultura, racconta la storia dall’uomo. E da questo punto di vista, al di là dei numeri su ingressi e degustazioni, secondo me è stato un grande successo”. Così a WineNews Riccardo Cotarella, alla guida del Comitato Scientifico di “Vino - A Taste of Italy” di Expo, il primo della storia delle Esposizioni Universali dedicato al nettare di Bacco, realizzato da Vinitaly e Veronafiere.
Che, con la manifestazione pressochè agli sgoccioli, sulla “Festa del Vino” (e dell’olio), già rinviata in settembre, poi spostata al 24 ottobre e sulla quale ancora regna l’incertezza, aggiunge: “io credo che si farà, la data vediamola. In ogni caso, la faremo se sarà possibile fare una cosa degna, e senza squilli di trombe o carnevalate. A differenza delle altre feste di Expo, come quella della pizza, del gelato o del pane, per fare degli esempi, dove si poteva far degustare il prodotto a tutti, noi non possiamo pensare ad una degustazione di vino per tutte le persone presenti all’Esposizione. Vediamo, ma se si deve ridurre a portare un carro di uva all’Expo, allora meglio di no”.
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