La produzione mondiale di vino, nel 2015, dovrebbe attestarsi a quota 275,7 milioni di ettolitri, in crescita del 2% sul 2014, con l’Italia che torna al vertice della piramide produttiva, con 48,9 milioni di ettolitri (+10% sul 2014), seguita da Francia (47,4 milioni di ettolitri, +1% sul 2014) e Spagna (36,7 milioni di ettolitri, +4% sul 2014): tutte al di sopra della loro media produttiva degli ultimi anni, ed insieme rappresentano il 48% della produzione mondiale. A confermare la leadership del Belpaese, ma anche la crescita del vigneto mondiale, sono le stime dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (www.oiv.int), presentate oggi dal direttore dell’organizzazione Jean-Marie Aurand.
Ma com’è andata nel resto del mondo? Partiamo dall’Europa, con Portogallo e Romania che cavalcano il trend positivo, e si attestano, rispettivamente, a 6,7 e 4,1 milioni di ettolitri (+ 8% e +9% sulla produzione 2014), mentre la Bulgaria tocca un livello produttivo in linea con il suo potenziale, raddoppiando i numeri del 2014 (1,5 milioni di ettolitri, +106%). Al contrario, flette leggermente la produzione enoica della Germania, che si ferma a 8,8 milioni di ettolitri (-4% sul 2014), ed è ancora più consistente il calo della Grecia, a quota 2,7 milioni di ettolitri, il 9% in meno del 2014.
Al di là dell’Oceano, gli Stati Uniti, con 22,1 milioni di ettolitri di vino prodotto, confermano la performance del 2014 (+1%), con una vendemmia di grande quantità, ma al di sotto di quella record del 2013. Nel’emisfero Sud il panorama è invece un po’ più frammentato, con il Cile che cresce del 22,6% sul 2014 e stabilisce un nuovo record produttivo, con 12,9 milioni di ettolitri, al contrario di quanto fa l’Argentina, che perde il 12,1% sul 2014, e si ferma a 13,4 milioni di ettolitri vinificati. Il Sud Africa, nel frattempo, con una produzione di 11,3 milioni di ettolitri, si mantiene sui livelli toccati nel 2014, proprio come Nuova Zelanda ed Australia, stabili ormai da tre anni, a quota 2,4 e 12 milioni di ettolitri.
Non ci sono ancora dati definitivi sui consumi, ma, sottolinea l’Oiv, le previsioni parlano di un range racchiuso tra i 235,7 ed i 248,8 milioni di ettolitri, sostenuto da un buon livello di internazionalizzazione dei consumi, mentre la produzione 2015 sarà sufficiente anche alla produzione di brandy, grappa, aceto e vermouth.
Focus - Il settore del vino rosato
Nel 2014, la produzione mondiale di vini rosati (non frizzanti) è stata di 24,3 milioni di ettolitri, pari al 9,6% della produzione complessiva di vini fermi, di cui l’80% rappresentata da soli 4 Paesi, Francia (7,6 milioni di ettolitri), Spagna (5,5 milioni di ettolitri), Stati Uniti (3,5 milioni di ettolitri) e Italia (2,5 milioni di ettolitri), in un trend positivo che dura ormai da qualche anno (+20% dal 2002 al 2014), trainato dalla crescita dei consumi. La Francia e gli Stati Uniti sono i principali consumatori di vini rosati, con 8,1 e 3,2 milioni ettolitri consumati nel 2014, seguiti da Italia, Spagna e Portogallo.
Ma la vera novità sta nella natura globale del fenomeno rosato, che tocca in maniera particolare il Nord Europa, a partire dal Regno Unito, dove i consumi, dal 2002, sono cresciuti del 250%, passando per la Svezia (+750% nello stesso periodo) e, dall’altra parte del mondo, per il Canada (+120%) ed Hong Kong (+250%).
È proprio la Francia, in termini assoluti, a registrare il maggior incremento negli ultimi anni: +2,5 milioni di ettolitri di vino rosato bevuto tra il 2002 e il 2014, tanto che oggi rappresentano il 30% del consumo totale di vini fermi, contro il 16% del 2002. Anche l’export, nello stesso periodo, ha visto una crescita sostenuta, tanto che nel 2014 sono stati toccati i 9,8 milioni di ettolitri, grazie alla forte domanda dai principali Paesi consumatori, specie i non produttori, come il Regno Unito, i Paesi Bassi ed il Belgio.
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