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Il vino patrimonio culturale, gastronomico e paesaggistico tutelato e promosso dallo Stato, insegnamento di “storia e cultura del vino” nelle scuole superiori, spazi riservati in Rai e non solo: la proposta di legge Sani-Fiorio per il vino italiano

Italia
Il vino patrimonio culturale, gastronomico e paesaggistico tutelato e promosso dallo Stato: arriva una proposta di legge

“Il vino, come definito dall’articolo 13 del regio decreto-legge 15 ottobre 1925, n. 2033, convertito dalla legge 18 marzo 1926, n. 562, e i relativi terreni viticoli fanno parte del patrimonio culturale, gastronomico e paesaggistico tutelato e promosso dallo Stato”. Ecco l’articolo 1 della proposta di legge per il “Riconoscimento del vino quale elemento del patrimonio culturale nazionale e disposizioni per la diffusione della conoscenza della storia e della cultura del vino” (http://goo.gl/lT6v1k), che vede come primi firmatari gli onorevoli Luca Sani e Massimo Fiorio, presidente e vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e sottoscritto da oltre 50 parlamentari, analizzato da WineNews.
Proposta che nasce dalla presa di coscienza dell’importanza del vino per l’Italia, non solo dal punto di vista economico ed occupazionale, ma soprattutto come “elemento rappresentativo della nostra identità e delle nostre radici: il vino racconta la storia e la cultura dell’Italia, ne definisce il territorio e ne disegna il paesaggio, che da nord a sud si dispiega in quella varietà di declinazioni che lo rendono un caleidoscopio di culture, stili, biodiversità e territori unico al mondo”, si legge nella premessa.
Nella proposta di legge, all’articolo 2 (Introduzione dell’Insegnamento della Storia e della Cultura del Vino), si prevede che dall’anno scolastico 2016/2017, venga introdotto “l’insegnamento di un’autonoma disciplina denominata storia e cultura del vino” nelle scuole secondarie di secondo grado ad indirizzo agrario, agroalimentare ed agroindustriale, e negli istituti professionali alberghieri, con “lo scopo di concorrere alla formazione di nuove figure professionali richieste dal mercato e capaci di promuovere la produzione vitivinicola italiana in ambito nazionale e internazionale, nonché di promuovere una cultura del consumo responsabile delle sostanze alcoliche”.
Con i criteri di selezione dei docenti che, spiega il testo, dovranno essere individuati con decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di concerto con quelli della Salute e delle Politiche Agricole, con le coperture economiche, previste per 5 milioni di euro all’anno per il 2016, il 2017 ed il 2018, da recuperare dal programma dei “Fondi di riserva e Speciali. Ma la proposta di legge prevede anche un piano di “Programmazione radiotelevisiva” (articolo 3), dove si assicura che la Rai osservi l’obbligo (di cui si farebbe garante il Ministero delle Sviluppo Economico) “di riservare adeguati spazi, nella programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale, alle realtà storiche, artistiche, sociali, economiche ed enogastronomiche che valorizzano e promuovono il vino quale patrimonio culturale nazionale”.
Inoltre, il testo prevede anche una modifica alla Legge 30 marzo 2001, n.125 (Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati), che eliminerebbe il divieto di pubblicità di bevande alcoliche in programmi rivolti ai minori o in luoghi frequentati prevalentemente da minorenni “ qualora l’oggetto dei messaggi pubblicitari non sia un prodotto specifico a destinazione commerciale, ma sia relativo alla promozione generale del vino, quale alimento distintivo di qualità della produzione nazionale”, previa approvazione da parte dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.
“Il vino è parte integrante della nostra storia da millenni. Furono i greci a introdurre la vite in Italia, che chiamarono proprio Enotria (Paese del vino). I romani la diffusero in seguito in molte regioni d’Europa, facendo del nostro Paese uno dei luoghi cardine di questa cultura. L’affermarsi delle pratiche vitivinicole nel nostro Paese non ebbe mai un significato esclusivamente tecnico, così come il consumo di vino non ebbe mai un’accezione solamente alimentare. Il vino è, infatti, parte integrante della cultura italiana ed è elemento rappresentativo della nostra identità e delle nostre radici: il vino racconta la storia e la cultura dell’Italia, ne definisce il territorio e ne disegna il paesaggio, che da nord a sud si dispiega in quella varietà di declinazioni che lo rendono un caleidoscopio di culture, stili, biodiversità e territori unico al mondo”, si legge nella premessa del testo, presentato il 5 ottobre 2015 in prima lettura alla Camera.
“La cultura del vino rappresenta lo specchio del nostro Paese - scrivono ancora i proponenti - e quindi della dialettica tra diversità e unità che lo ha caratterizzato in ogni momento: regioni molto diverse tra loro, depositarie di differenti dialetti, usi, costumi, tradizioni, saperi ed eccellenze, testimoniano che la varietà e la particolarità costituiscono ancora oggi uno dei tratti fondanti della nostra identità. Parlano di vino la nostra letteratura, le arti figurative, il teatro, e il cinema. Declinata nelle diverse sezioni per mezzo di una narrazione che ne intreccia la storia, la geografia, la scienza dell’alimentazione, le tradizioni, i saperi, l’agricoltura e le politiche produttive, la conoscenza della cultura del vino si configura come un momento di passaggio quasi obbligato per l’Italia, Paese esportatore di cultura non solo artistica e letteraria, ma anche di saperi, tecniche ed eccellenze. La simbiosi profonda, presente in Italia tra vite e ambiente, uomo e vino, agricoltura e natura è testimoniata anche dai riconoscimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) come patrimonio immateriale dell’umanità dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe - Roero e Monferrato” e della “Val d’Orcia”.
Tali zone, e in particolare il Piemonte, sono stati salvaguardati come esempi straordinari della radicata cultura del vino e dello straordinario paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo, in funzione della coltivazione della vite e della produzione del vino. I siti costituiscono, infatti, una testimonianza unica di una tradizione culturale viva e un esempio eccezionale di rapporto tra l’uomo e la natura per più di due millenni. I filari dei vitigni storicamente coltivati nel territorio, le tipologie di coltura, il ricco sistema dei luoghi produttivi e degli insediamenti tradizionali evidenziano un paesaggio “vivente”, in cui ogni sua evoluzione avviene nel costante rispetto ed equilibrio di tradizione e innovazione. Questa premessa è necessaria per introdurre le finalità della proposta di legge che vuole valorizzare, in questo caso, non l’aspetto economico e occupazionale del vino, che fa del nostro Paese uno dei produttori maggiori del mondo per qualità, quantità e varietà, ma il suo profondo e radicato legame con la tradizione e la cultura di ogni territorio. È per questo motivo che il presente provvedimento vuole riconoscere, sull’esempio di altri Paesi europei a vocazione vitivinicola come la Francia e la Spagna, il vino come patrimonio culturale nazionale. Tale riconoscimento, che potrebbe a una lettura superficiale avere un valore solo simbolico, è invece il primo passo per differenziare il vino dagli altri prodotti alcolici (tenendo comunque sempre come punto di riferimento imprescindibile la disciplina del “bere responsabile”) elevandolo a simbolo non solo della qualità produttiva dei nostri “terroir” e della tradizione enologica ed enogastronomica delle differenti zone vocali, ma quale emblema di un percorso storico e culturale unico che, generazione dopo generazione, ha influenzato e modellato il rapporto tra l’uomo e l’ambiente trovando spesso la sintesi paesaggistica più suggestiva tra civiltà e natura. È per questo motivo che le disposizioni promuovono il vino, la sua storia e la sua cultura, in due ambiti fondamentali, rimasti fino a oggi esclusi da tale accezione, come il mondo della scuola e della comunicazione”.
Un iter che ha preso il via ufficialmente e che, sperano i promotori del testo ed il mondo del vino tutto, arrivi a compimento, con successo, il prima possibile.

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