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Da Bernard Arnault ad Alexandre Ricard, passando per gli italiani Giovanni Mantovani ed Enrico Bernardo, e poi enologi, produttori, manager e uomini delle istituzioni: ecco le 200 personalità del vino francese de “La Revue du Vin de France”

Se il vino francese ha tanto successo nel mondo, il merito ha il volto dei suoi protagonisti, 200 personalità selezionate dal magazine enoico più letto di Francia, “La Revue du Vin de France” (www.larvf.com), tra manager e vigneron, critici e uomini delle istituzioni, ma anche sommelier e ristoratori, non solo d’Oltralpe, visto che il 17% di loro arriva dall’estero (erano appena il 7,5% nel 2013), e due anche dall’Italia: alla posizione n. 127 troviamo Enrico Bernardo, definito “le sommelier prodige”, classe 1976 è stato miglior sommelier d’Italia nel 1996, d’Europa nel 2002 e del mondo nel 2004, prima di arrivare a Parigi, dove apre due ristoranti, “Il Vino” e “Goust”; alla posizione n. 129, invece, c’è Giovanni Mantovani, il dg di Veronafiere che, dal 1999 ad oggi, si è reso protagonista dell’internazionalizzazione di Vinitaly, portando la fiera del vino italiano in tutto il mondo, da New York a Mosca, da Hong Kong a Shanghai.
Risalendo la classifica, fino alle posizioni di testa, in cima c’è Bernard Arnault, il patron del vino francese, a capo del gruppo del lusso Lvmh, primo esportatore di Champagne e Cognac nel mondo (ed un giro d’affari complessivo, nel wine & spirits, di 4,5 miliardi di euro), che ha un peso specifico enorme sul panorama enoico francese, grazie a marchi di prestigio come Dom Pérignon, Moët e Hennessy. Al secondo posto c’è una new entry, Alexandre Ricard, che da febbraio 2015 ha preso il timone del secondo gruppo più grande al mondo nel settore wine & spirits, Pernod Ricard, con un giro d’affari annuo di 8 miliardi di euro. Sul podio anche Jérôme Despey, uomo delle istituzioni e dai tanti incarichi: presidente del Conseil des vins di FranceAgriMer da 10 anni, presidente della Commissione viticola e segretario generale della Fnsea, il potente sindacato degli agricoltori, è grazie a lui se il vigneto Francia, fino al 2020, avrà 300 milioni di euro di sovvenzioni (perlopiù dall’Europa) per modernizzarsi, e pare che ci sia il suo zampino anche sulla visita del Presidente della Repubblica Hollande all’ultimo Vinexpo di Bordeaux.
Proseguendo, alla posizione n. 4 troviamo Pierre Castel, l’imperatore del vino popolare, che ha chiuso il 2014 con un giro di affari di 1,1 miliardi di euro, mentre alla n. 5 si piazza Cristophe Blanchy, sconosciuto al grande pubblico, ma è l’uomo del vino di Crédit Agricole che, con 4,4 miliardi di euro investiti nel settore, è praticamente il primo proprietario vinicolo di Francia. Alla posizione n. 6 si “nasconde” il volto del marchio Jp Chenet, il vino francese più venduto nel mondo, Joseph Helfrich, che vanta un patrimonio personale di 175 milioni di euro, seguito alla posizione n. 7 da Jean-Charles Boisset, a capo del gruppo che, tra Borgogna, Languedoc, Rodano e Jura, controlla 7 maison, senza dimenticare le tante proprietà in Usa, acquistate con la rampolla della famiglia Gallo, Gina. Alla posizione n. 8 troviamo quindi Frédéric Rouzaud, a capo di una maison simbolo di Champagne, Roederer, seguito alla n. 9 dalla famiglia Jeanjean, che controlla il gruppo del vino internazionale Advini, con aziende in Francia, Sudafrica e Cile, per un giro d’affari, nel 2015, di 245 milioni di euro, mentre a chiudere la top 10 è Alain Brunet, a capo di un monopolio di Stato decisamente strategico, quello della Société des alcol du Québec, Canada.
Fuori dalle primissime posizioni critici e wine writer, che pure con il loro lavoro creano e spostano gusti e tendenze. Il più in alto, com’era facile prevedere, è Robert Parker, alla posizione n. 12, perché un “100” del fondatore di “The Wine Advocate” e dell’inventore dei punteggi ha aiutato più di uno Château ad imporsi sul mercato. Bisogna scendere fino alla posizione n. 54 per trovare un’altra firma del vino: è Neal Martin, inglese, considerato l’erede dello stesso Parker, critico ed autore britannico, oltre ad aver fondato “Wine Journal” (100.000 lettori) è diventato il naso in Borgogna del “The Wine Advocate”. Alla posizione n. 58 la fondatrice di “Le Pan”, la coreana Jeannie Cho Lee, vera voce del vino in Asia, seguita alla posizione n. 60 dalla “regina” della critica enoica, Jancis Robinson, che dietro al proprio sito, www.jancisrobinson.com, nasconde il lavoro di ben 11 giornalisti. Alla n. 80 i critici più famosi di Francia, che oggi fanno le fortune dei vigneron anche in Cina, la coppia Michel Bettane & Thierry Dessauve. James Molesworth, il referente per la Francia del “The Wine Spectator”, si piazza alla posizione n. 108, seguito alla n. 124 da quella che, da molti, è considerata come la donna più influente nel mondo della comunicazione enoica d’Asia, la Master of Wine e giornalista Debra Meiburg, mentre alla posizione n. 149 c’è il Robert Parker di Cina, Li Demei, il più celebre dei critici del Dragone. E ancora, Antonio Galloni, legato a doppio filo all’Italia, non solo nel cognome, che da Parker si è separato per fondare la sua piattaforma, “Vinous”, alla posizione n. 158, con Tim Atkin, palato britannico che collabora con diverse pubblicazioni, alla n. 185, e Antonin Iommi-Amunategui, anima del blog “No Wine Is Innocent”, influencer di domani, a chiudere la presenza della critica alla posizione n. 191.
Ma di nomi noti anche nel Belpaese ce ne sono molti, a partire dai deus ex machina delle grandi fiere, primo tra tutti Hans Werner Raihnard, a capo della Pro Wein, alla posizione n. 44, davanti persino a Guillaume Deglise, ceo di Vinexpo, che deve accontentarsi della posizione n. 72, mentre Giovanni Mantovani (Vinitaly), come detto, si piazza alla n. 129. E ancora, curiosa la presenza di chi il vino non lo produce e non lo vende, ma ha comunque un ruolo fondamentale, come Maximillian Riedel (90), il più famoso produttore di bicchieri da vino al mondo, e Antonio Rios de Amorim (40), a capo dell’omonima azienda portoghese, leader nella produzione di tappi in sughero. E poi ci sono gli enologi, senza i quali il vino non arriverebbe neanche in bottiglia, come Pascal Chatonnet (77), consulente di 35 grandi aziende nel mondo, tra cui la spagnola Vega Sicilia, “discepolo” del più noto Denis Dubourdieu (70), uno degli enologi più brillanti della sua generazione, che a Bordeaux ha fondato l’Institut des sciences de la vigne et du vin, senza dimenticare Michel Rolland (39), il primo “flying winemaker” degli anni ’90, il più celebre degli enologi di Francia, a capo di una società con 250 clienti, di cui 180 Châteaux. E poi ci sono le curiosità, come i fondatori del Liv-ex, il benchmark dei fine wine, James Miles e Justin Gibbs, alla posizione n. 51, ma anche Serena Sutcliffe, Master of Wine e “papessa” del vino per Sotheby’s, o Wu Fei, a capo di Cofco, il gigante cinese del wine & spirits che vale 21 miliardi di euro, ma anche Phil Hogan il nuovo Commissario Europeo all’Agricoltura (53).

Focus - Le new entry top del 2015
2) Alexandre Ricard - Gruppo Pernod Ricard
5) Cristophe Blanchy - Crédit Agricole
7) Jean-Charles Boisset - Gruppo Boisset
9) Famille Jeanjean - Proprietaria Advini
10) Alain Brunet - Patron Saq
13) Laurent Delpey - Buyer Carrefour
19) Garance e Stanislas Thiénot - Gruppo Thiénot
21) Christian e Édouard Moueix - Patron della catena Jean-Pierre Moueix
22) Julie Campos - Presidente Nicolas Feuillatte
23) Laurent Fabius - Ministro degli esteri
26) Simon Berry - Patron Berry, Bros & Rudd
36) Joël Castany - Presidente Vinadéis
41) Bernard Farges - Presidente Civb e Cnaoc
42) Olivier Simonou - Dirigente Inter Oc
44) Hans Werner Reihnard - Direttore ProWein
51) James Miles e Justin Gibbs - Fondatori del Liv-ex
52) Didier Coustou e Stéphane Berthy - Responsabili vino E.Leclerc
53) Phil Hogan - Commissario Europeo all’Agricoltura
54) Neil Martin - Critico del “The Wine Advocate”
59) Claude Chevalier - Presidente Bivb

Focus - I 10 stranieri più influenti nel vino francese del 2015
10) Alain Brunet - Patron Saq (Quebec)
12) Robert Parker - Critico (Usa)
26) Simon Berry - Patron Berry, Bros & Rudd (Uk)
40) Antonio Rios de Amorim - Amorim Cork (Portogallo)
44) Hans Werner Reihnard - Direttore ProWein (Germania)
51) James Miles e Justin Gibbs - Fondatori del Liv-ex (Uk)
53) Phil Hogan - Commissario Europeo all’Agricoltura (Irlanda)
58) Jeannie Cho Lee - Critica (Corea del Sud)
60) Jancis Robinson - Critica ed autrice (Uk)
95) Anthony Hanson - Christie’s (Uk)

Focus - I 5 più grandi patrimoni del vino nel 2015
1) Bernard Arnault - Gruppo Lvmh (34,6 miliardi di euro)
123) Alaine Gérard Wertheimer - Gruppo Chanel (14,5 miliardi di euro)
161) Laurent Dassault - Gruppo Dassault (13,5 miliardi di euro)
20) François Pinault - Gruppo Kering (13,5 miliardi di euro)
4) Pierre Castel - Gruppo Castel (7,5 miliardi di euro)

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